Galleria dei Marmi
Giulio Romano
Descrizione
Identificazione: Mesi dell'anno
Autore: Giulio Romano (1499 ca.-1546), ideatore progetto decorativo
Ambito culturale: ambito mantovano
Cronologia: 1538 - 15391572
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: intonaco / pittura a fresco; stucco
Descrizione: L'ambiente è ricavato all'interno dell'Appartamento di Troia. La loggia dei Marmi conclude l'infilata di ambienti e si apre sul grande prato della Mostra. L'originaria loggia biapsidata venne raddoppiata. Le eleganto decorazioni a stucco e grottesche su fondo bianco vennero estese anche alla metà aggiunta a ovest. Bassorilievi in stucch si trovano nei pennacchi della testata est e a fianco delle arcate laterali. Più ridotta è la decorazione pittorica, limitata a tondi e semicerchi nella volta con Giochi di putti e Vittorie sopra le porte e le finestre.
Notizie storico-critiche: Nell'aprile del 1521, due anni dopo la morte di Francesco II Gonzaga, il primogenito Federico, che nel 1519 non aveva ancora raggiunto la maggiore età ed era salito al potere sotto la tutela della madre Isabella d'Este, assume a tutti gli effetti la guida dello stato. Il nuovo marchese passerà alla storia non solo per il suo opportunismo politico bensì anche per il suo talento di collezionista e committente ed in particolare per aver voluto a Mantova Giulio Romano, che per più di vent'anni detterà legge artistica alla corte dei Gonzaga, orientando il gusto dell'intera città sulle rive del Mincio. Sotto la sua stella, nei sogni del principe, Mantova sarebbe dovuta diventare una nuova Roma e, di conseguenza, uno dei centri propulsivi della maniera moderna. Secondo la tradizione degli studi, gli interventi di Giulio Romano in Palazzo Ducale possono essere distinti in due fasi. La prima, cominciata e conclusa nel 1531, riguarderebbe solo la sistemazione del doppio appartamento in Castello e la costruzione della Palazzina destinata alla sposa; la seconda, svolta tra il 1536 e il 1539, riguarderebbe, invece, la realizzazione del cosiddetto Appartamento di Troia in Corte Nuova e la fabbricazione dell'edificio della Rustica, di fronte alla loggia del nuovo appartamento di rappresentanza, al di là del Prato della Mostra. Buona parte della sontuosa decorazione dell'Appartamento di Troia è purtroppo scomparsa. Nonostante i grandi recuperi del primo Novecento, che hanno restituito dignità agli ambienti progressivamente degradati nel corso dei secoli, nulla rimane, infatti, degli oggetti mobili e degli arredi che integravano gli affreschi ed i ricchissimi ornamenti in stucco ricordati anche da Vasari. La loggia dei Marmi conclude l'infilata di ambienti e si apre sul grande prato della Mostra, dove sfilavano i cavalli da guerra di Federico. Poco rimane della decorazione giuliesca dell'ambiente trasformato in galleria e raddoppiato nel corso del XVI secolo. Originariamente a tre campate, la loggia di Giulio prendeva luce anche da due finestre sui lati, una rivolta verso il sole della mattina e l'altra verso quella del tramonto. Per valorizzare la collezione di antichità che vi sarà collocata, Giulio inventa un'architettura all'antica, colta e delicata, decorata da un'ornamentazione a grottesche raffinatissima, ispirata a Villa Lante e a Villa Madama. (RAGOZZINO 2003, pp. 151-166).
La loggia giuliesca costituisce un raro esempio superstite di ambiente cinquecentesco appositamente adattato a museo di antichità. Qualcuna delle antiche sculture rimaste ancora a Mantova ha ritrovato il suo posto, riconosciuto per mezzo di rilievi eseguiti dal pittore mantovano Ippolito Andreasi per l'antiquario imperiale Iacopo Strada prima della trasformazione della loggia in galleria. La decorazione giuliesca, con bassorilievi e figurine di stucco bianco e delicati racemi vegetali e canne palustri su fondo chiaro rende l'ambiente molto luminoso. Le minute figurine nei pennacchi delle arcate delle pareti che includono nicchie o finestre sono ispirate allo scorrere del tempo e alludono ai mesi dell'anno, mentre nelle testate in più grandi rilievi si vedono Saturno e Opi e i Quattro Elementi (in copia) da un lato; il Giorno e la Notte dall'altro e trasferiti a Palazzo Te (BERZAGHI 2014, p. 10 ).
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/MN020-00100/
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