Collina , Roggwil

Gorni, Giuseppe

Collina , Roggwil

Descrizione

Identificazione: Tratti aggrovigliati che al centro si dipanano lasciando il campo a forme bianche

Autore: Gorni, Giuseppe (1894-1975), esecutore

Cronologia: post 1944

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: inchiostro di china su carta

Misure: 24 x 16.2

Notizie storico-critiche: L'opera venne donata alla Galleria in occasione della mostra antologica tenutasi nel 1979.
Il disegno venne realizzato durante la prigionia dell'artista in Svizzera, che corrisponde ad una larghissima crisi dei modi della rappresentazione : le superfici si rompono, si svuotano, si alterano i rapporti fra chiaro e scuro e tra vuoto e pieno. Il segno si appiattisce, non v'è più riconoscibilità della raffigurazione, ma vi è un tentativo di dare l'immagine di un tutto in modo più vitale , con un segno sempre in movimento.
L'artista è nato a S.Lucia di Quistello (Mantova) nel 1894 e morto a Domodossola nel 1975. Dopo studi regolari in un istituto tecnico di Bologna, si iscrive alla facoltà di Veterinaria. Richiamato alle armi partecipa alla prima guerra mondiale, e rientra a casa nel '19. Durante la guerra viene fatto prigioniero e internato in due campi in Ungheria, ed è in quel periodo che inizia a dedicarsi alla pittura ed alla scultura. Di queste sue prime opere rimangono solo testimonianze fotografiche e un certo numero di taccuini, su cui l'artista annota le immagini che lo colpiscono. In uno dei campi in Ungheria incontra Massimo Campigli, allora critico d'arte e tra i primi ad accorgersi del suo talento. Dopo la guerra Gorni si diploma all'Accademia di Belle Arti di Bologna. A Quistello fonda una scuola tecnica e vi insegna disegno, ma viene allontanato dai fascisti per le sue idee politiche, e potrà tornare nell'istituto solo nel 1945. Nel 1923 soggiorna per poco tempo a Parigi, e ritornato in Italia partecipa alle più significative manifestazioni artistiche
dell'avanguardia mantovana, opponendosi al chiuso tradizionalismo provinciale. Giuseppe Guerra è l'unico a scrivere una recensione critica positiva su Gorni, e viene tacciato pubblicamente di favoritismo. Marinetti giunge a Mantova a dare il proprio appoggio all'artista. Gorni, completamente isolato e incompreso, cerca di impadronirsi della realtà affinando i propri mezzi tecnici. Le sue opere più significative, che secondo alcuni critici anticipano le soluzioni della Pop Art (es.l'inserimento di oggetti di uso comune in opere come: "Il ciclista" o "Ragazzo seduto sulla sedia", non sono capite. Nel 1940 è di nuovo richiamato alle armi.Nel 1943 torna a casa dal fronte russo, ma ricercato dai fascisti è costretto a fuggire in Svizzera, dove viene internato. Durante la prigionia modella le prime sculture a incavo. Tra il 1946 e il 1962 coinvolto in nuovi conflitti politici e a causa dell'incarico di dirigente dell'ufficio tecnico di Cinisello Balsamo (Milano), si dedica molto poco all'arte. Dal '62, abbandonato quel lavoro, riprende a disegnare e a modellare. Le sue esposizioni principali sono: nel '65 personale alla Galleria Gian Ferrari di Milano; nel '67 rassegna antologica al Premio Suzzara; nel '72 mostra antologica alla Casa del Mantegna a Mantova; nel '75 un'altra antologica al Palazzo Reale di Milano.

Collocazione

Suzzara (MN), Galleria Civica d'Arte Contemporanea

Credits

Compilazione: Montanari, Elena (2001)

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