Barcaioli del Po

Motti, Giuseppe

Barcaioli del Po

Descrizione

Autore: Motti, Giuseppe (1908-1988), esecutore

Cronologia: post 1950

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: olio su tela

Misure: 70 x 100

Notizie storico-critiche: Alla III edizione del Premio Suzzara (1950) vinse L.5.000, 20 bottiglie di lambrusco e una cassetta di colori.
Uso di un disegno dai contorni angolosi e ben demarcati e forte caratterizzazione delle figure. Stile di derivazione cubo- espressionista.
Nasce ad Arena Po nel 1908. Deceduto a Milano nel 1988. Frequenta a Milano i corsi dell'Accademia di Brera. Sul finire degli anni Venti si formano in Italia gruppi di giovani artisti la cui ricerca innovativa si dirige e si svolge fuori dalla indicazioni dei maestri del "Novecento". Il gruppo dei Sei di Torino, il gruppo della "Scuola Romana", gli astrattisti del gruppo di Como e a Milano il gruppo dei "Chiaristi". Questi ultimi si riaccostano al paesaggio in termini di luminosità e di emozione, seguendo la lezione teorica di Persico non dimenticando l'esperienza lagunare degli artisti della "Scuola di Burano". Motti si accosta al gruppo dei chiaristi, li frequenta, stringe rapporti di amicizia con Lilloni. Ma presto la sua vocazione lo condurrà a percorrere altre strade. Il rapporto dell'artista con la sua terra e con la sua gente non è soltanto di ordine sentimentale. E' un pensiero costante che ha radici più profonde. E' una realtà che fa parte della sua natura di uomo e di artista. Il suo compito è qnata dalla sua presenza e parteuello di rappresentarla con una immagine segnata dalla sua presenza e partecipazione. E' per lui una realtà, quella della vita della Padania e del Po, e della sua gente, depositaria di valori morali insostituibili. Scrive Carlo Munari in un profilo biografico: " La Padania è per Motti ciò che Argentuil fu per Monet, ciò che Montmartre fu per Utrillo, un paesaggio dell'anima, il luogo in cui si avvera il prodigio di una integrazione totale". Sul finire degli anni di guerra Motti è impegnata nella "Reistenza" in Val d'Ossola. Dopo la fine del conflitto partecipa al movimento realista, ne diventa animatore, e con gli amici del gruppo che fa centro a Milano alla Galleria Borgonuovo s'impegna fervidamente nella ricerca di una nuova espressività, sempre desunta da precisi riferimenti e rapporti col mondo reale, che lo porterà attraverso varie esperienze formali alla maturazione di una singolare e personale qualità pittorica. La sua opera sarà anche specchio del suo animo sensibile. Motti è artista di forte emotività, e la sua pittura necessariamente la manifeta. Non solo, ne condiziona gli svolgimenti. Vedremo in successione di tempo, i luoghi, il paesaggio del grande fiume, ma soprattutto la gente a lui cara, come segnati da profonde ferite insanabili, per poi accendersi liricamente d'intensi bagliori cromatici e sul finire, decantati poeticamente, sciogliersi nella luce, come liberati da ogni tensione emotiva. La letteratura su Motti è vastissima, ed anche i riconoscimenti non sono mancati, nonostante la situazione d'isolamento che l'artista ha sofferto forse a causa dell'intransigenza morale delle sue scelte. Dagli anni Settanta si sono susseguite alcune importanti mostre antologiche: dalla Rotonda della Besana di Milano, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, alla Casa del Mantegna di Mantova, a Jesolo, e poi a Londra, a Varsavia, Berlino, Parigi.

Collocazione

Suzzara (MN), Galleria Civica d'Arte Contemporanea

Credits

Compilazione: Montanari, Elena (2001)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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