Vite
Caselli, Antonio
Descrizione
Identificazione: Forma allargantesi al centro, mente le due estremità vanno a ridursi Al culmine, testina umana
Autore: Caselli, Antonio (1960), esecutore
Cronologia: post 1990
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: gesso policromo patinato e incaustato; sbozza
Misure: 71 x 40 x 182
Notizie storico-critiche: Al XXX° Premio Suzzara (1990) vinse il premio acquisto.
La scultura, semplice e monumentale, onirica e solenne, presenta un'alta tensione della superficie, resa attraverso patine ed interventi pittorici. Le ruvidezze e le scabrosità della superficie compatta emergono da una una massa piena e potente, a cui fa da contrappunto la piccola testa, che declina la forma assoluta del busto in chiave ieratica.
Dopo essersi diplomato presso il Liceo Artistico di Bologna, consegue la licenza del corso di scultura presso l'Accademia di Belle Arti nella medesima città. Molteplici esperienze di lavoro e le sperimentazioni di materiali diversi quali il bronzo, la terracotta e le resine patinate, arricchiscono la sua formazione, e parallelamente all'attività scultorea porta avanti anche una ricca produzione pittorica, che risente delle stesse riflessioni di ricerca presenti nella produzione plastica, costantemente indirizzate ad individuare una ricca vibrazione delle superfici. Nel 1983 esordisce in campo espositivo nell'ambito dello Spazio giovani dell'Expo Arte di Bari. Al 1986 risale la sua prima personale, presso il Chiostro di San Tiburzio a Parma. Due anni dopo consegue il premio Diamantina, mentre negli anni seguenti gli vengono attribuiti altri due importanti riconoscimenti: nel 1990 il Premio Suzzara e nel 1994 il Premio Fiorino d'Oro di Firenze per la scultura. Presente in numerose rassegne collettive, partecipa in particolare alla Mostra internazionale di Scultura presso la Galleria del Leone e l'Hotel Cipriani di Venezia (1995), alla Biennale del Bronzetto di Padova (1995), alla mostra Il Po del 900 a Mesola (1995) e alla esposizione Die Kraft del Bilder a Berlino (1996): preceduto da un testo di Vittorio Sgarbi, nel 1992 partecipa alla collettiva Facce di Bronzo alla Galleria Benassati di Modena. Le presentazioni di Mario De Micheli ed Angelo Andreotti accompagnano la prima monografia dedicata allo scultore, pubblicata nel 1994 dall'editore Corso di Ferrara. La Galleria Stefano Forni di Bologna ospita mostre personali nel 1996 e nel 1997, occasione quest'ultima nella quale viene edita una monografia sull'autore di Alfonso Panzetta (Grafis). Nello stesso 97 è presente anche alla II Rassegna Nazionale di Natura Morta al Museo Sandro Parmeggiani di Renazzo (Ferrara). Tra il 1997 e il 1998 ha esposto alla rassegna itinerante di scultura sacra "Misterium Fascinosum et Tremendum" allestita al Museo Parmeggiani di Renazzo di Cento (Ferrara), alla Chiesa di Cennano a Montevarchi (Arezzo) e alla Fondazione Palazzo Bricherasio a Torino con il patrocinio del Comitato per l'Ostensione Solenne della Sacra Sindone. Ha esposto al Museo delle Mura a Borgotaro (Parma) e nella collettiva "Una piazza per la scultura" nelle vie del centro di Zocca (Modena). Sue opere sono conservate in numerose collezioni private e pubbliche. Nel 1999 vince il Premio Fiorino D'Oro. L'artista è titolare della Cattedra di scultura all'Istituto Statale d'Arte A. Venturi di Modena.
Collocazione
Suzzara (MN), Galleria Civica d'Arte Contemporanea
Credits
Compilazione: Montanari, Elena (2001)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/MN120-00364/
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