RITRATTO DI FRANCESCO MIRA
Amisani, Giuseppe
Descrizione
Autore: Amisani, Giuseppe (1881-1941), pittore
Cronologia: post 1900 - ante 1924
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 40 cm x 65 cm
Descrizione: Dipinto raffigurante a mezzo busto Francesco Mira con barba e baffi. Cornice dorata, dipinta e intagliata.
Notizie storico-critiche: Amisani Giuseppe, nacque a Mede Lomellina nel 1881, studiò all'Accademia di Milano, allievo di Cesare Tallone. Pur dedicandosi principalmente al ritratto non trascurò il paesaggio specialmente quello africano e inglese. Partecipò a numerose esposizioni a Roma, Venezia, Milano, Buenos Aires, San Paolo del Brasile al Cairo. Fra i vari premi da lui conseguiti: nel 1908 il "Melius" con l'opera "l'Eroe", quelli del 192 (premio Fumagalli) e del 1922 (città di Firenze). Tra le sue opere primeggiano il ritratto di "Lida Borelli"; quelli della "Principessa Maria" e del "Principe Ereditario"; della "Principessa Amalia di Baviera"; della Duchessa di Pistoia"; del "Principe Ereditario d'Egitto di Faruk" e numerosi altri sparsi nei salotti italiani e inglesi. Al museo della scala è suo il ritratto di "Marco Praga". Altre opere trovasi alla Galleria d'Arte Moderna di Milano, alla Galleria di San Paolo, in quella di Lima nel Perù e nel museo Ricci-Oddi di Piacenza. Alla Internazionale Veneziana del 1930 fu ammirato l'"Autoritratto", ora nella collezione di Autoritratti agli Uffizi di Firenze. Vanno ricordati anche i nudi femminili. E' il ritratto che determina la sua fama. Mentre le sue prime opere erano intonate a colori chiari, negli ultimi anni esse mostrano più vive accensioni di tinte e maggiori intensità.
Nella logica del ritratto grtulatorio, del genere commissionato dale istituzioni assistenziali e ospedaliere in omaggio ai loro illustri benefattori, Amisani si allineò all'antica consuetudine di immortalare su richiesta dei diversi istituti e degli enti benefici i volti dei loro filantropi rispettando il modulo tradizionale della figura a olio su tela, a mezzo busto o in posa in un ambiente a lei familiare. Sulla scia dei maestri accreditati, da Tallone a Zambeletti a Gaudenzi, e di altri particolarmente graditi per la loro pittura confortante e il linguaggio garbato, come G. Pessina, R. Galli, G. Palanti o A. Moretti, Amisani cavalcò l'onda di una pratica diffusa e che, soprattutto negli anni venti, vide questo genere di ritrattistica riscuotere un successo illimitato, cresciuto di pari passo con le esigenze di autoaffermazione della committenza borghese ascesa socialmente e desiderosa di appropriarsi degli usi che furono fino ad allora appannaggio dell'aritocrazia. Guadagnandosi il favore di molti esponenti della nuova classe imprenditriale lombarda che, grazie ai suoi modi discreti, lo scelsero come celebratore della della famiglia e del suo status acquisito, Amisani realizzò una carrellata di ritratti che oggi si trovano nelle raccolte di strutture come l'Istituto dei Ciechi, l'Ospedale Maggiore di Milano, la storica Ca' Granda, il San Gerardo di Monza, il Pio Albergo Trivulzio, i Martinitt e le Stelline.
L'avvocato Mira (1861-1920) fu un importante personaggio politico milanese. All'Ospedale Maggiore troviamo un altro ritratto sempre di Amisani. Il 18 aprile 1922 la Commissione Artsitica dell'Ospedale Maggiore affidò il ritratto a mezza figura del defunto benefattore ad Amisani e il dipinto fu ultimato nel 1923. In questo periodo Amisani rinuncia all vivacità coloristica tipica della sua ritrattistica di questo periodo in favore di una gamma cromatica sobria, dominata dai grigi e dai bruni, più consona alla serietà e al ruolo politico del personaggio, che è presentato a mezzo busto con uno sguardo penetrante rivolto verso lo spettatore. La pennellata morbida e pastosa rende particolarmente evidente in questa opera la dipendenza dell'Amisani dai modelli tard-romantici milanesi.
Collocazione
Provincia di Pavia
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Pavia
Credits
Compilazione: Rampi, Elena (1998)
Aggiornamento: Magrassi, Anna Letizia (2003); Manara, Roberta (2003); Knapp, Blanka (2009); Knapp, Blanka (2012)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/PV030-00239/
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