Regisole
Messina, Francesco
Descrizione
Identificazione: statua equestre
Autore: Messina, Francesco (1900-1995), esecutore
Cronologia: post 1937
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: bronzo; marmo
Misure: 6 m
Descrizione: L'attuale statua, ispirata più o meno fedelmente all'antico simulacro romano del Regisole, rappresenta un cavaliere dalla postura fiera ed elegante, sbarbato e con i capelli ricci. Il personaggio indossa i calzari, una tunica breve drappeggiata con maniche corte, stretta in vita dal cingulum ed un mantello trattenuto sulla spalla da una fibbia (il paludamento). Reca il braccio destro levato, per attirare l'attenzione, nel gesto tradizionale dell'adlocutio e il sinistro flesso al gomito e portato in grembo. Il cavallo dalla resa anatomica molto curata nella muscolatura, con criniera e coda ben delineate, appare privo di bardatura e di sella, tiene la zampa anteriore sinistra sollevata, mentre la destra poggia saldamente al terreno e la zampa posteriore destra leggermente sollevata che giustificherebbe l'andatura al passo. La statua equestre poggia su un basamento a colonna liscia sormontata da un capitello-plinto sgusciato e base a due gradoni.
Notizie storico-critiche: L'8 dicembre 1937, per la ricorrenza del bimillenario della fondazione dell'impero di Augusto, viene inaugurata in piazza Duomo al cospetto di molte autorità cittadine, delle alte gerarchie, del podestà Angelo Nicolato e del Ministro Bottai, la "nuova" statua equestre del Regisole, scultura bronzea sostenuta da un alto piedistallo in travertino.
Già nel 1935 il direttore del Museo Civico pavese Renato Soriga, proprio in occasione delle celebrazioni del bimillenario della fondazione dell'impero di Augusto previste per il 1937, propone di far realizzare un nuovo gruppo scultoreo. Viene infatti commissionata a Francesco Messina, allora affermato scultore e direttore dell'Accademia di Brera, la realizzazione di una statua in bronzo su piedistallo in travertino, alta nel complesso non meno di sei metri, che verrà pagata 65.000 lire e dovrà essere consegnata entro il 18 ottobre, l'inaugurazione avverrà in realtà l'8 dicembre 1937.
Il pregevole manufatto di Messina, uno dei pochi esempi di scultura monumentale in città, ripropone in chiave moderna il "Regisole", l'antico ed enigmatico monumento equestre romano in bronzo dorato posizionato in origine vicino al palazzo pretorio, quindi al centro di piazza del Duomo (Atrio di San Siro), rivolto verso nord, testimone di tanti eventi pavesi che ha assunto un alto significato simbolico legato al prestigio della città. Lo scultore si ispira a riproduzioni più o meno fedeli, tra i quali lo schizzo del XIV secolo di Opicino de Canistris, la più antica raffigurazione pervenuta della statua, apportando alcune personali modifiche e rivendicando tuttavia un'autonomia esecutiva per poter creare un'opera originale. Confrontando la statua moderna con quella raffigurata nell'acquaforte di Cesare Bonacina (1650-1660) che riproduce l'antico Regisole, in quest'ultima il cavallo appare con la bardatura da parata e con l'espediente della zampa anteriore sinistra sorretta da una cagnetta ritta sulle zampe posteriori, più attenta appare la resa fisionomica del ritratto del cavaliere e molto ricca la decorazione del capitello terminale del piedistallo. Inoltre la versione moderna non presenta la doratura che caratterizzava la statua bronzea antica. Raffaele Carrieri in un articolo comparso sulla "Illustrazione Italiana" di novembre 1937 riporta che Messina, prima di iniziare a modellare i bozzetti nello studio dell'Accademia, ha trascorso molto tempo alla cavallerizza di S. Siro e ha persino imparato a cavalcare.
Con questa statua equestre la città intendeva sottolineare le proprie matrici di età romana. Come asserisce Bossaglia "La statua infatti intende rievocare puntigliosamente stile e modi espressivi antichi, tanto più che si riferisce a un monumento originale distrutto nel 1796; Messina non tanto interpreta in chiave moderna l'antichità quanto vi si immedesima, con la padronanza di mestiere che gli era propria; il 1973 per altro era l'anno in cui veniva collocata a Pavia, nello spazio di fronte alla nuova sede municipale una copia della statua bronzea di Augusto imperatore".
Sull'antica statua equestre del Regisole è stato scritto molto, ma si hanno poche certezze: si colloca nel tardo Impero Romano, ma non si ha una data precisa; non è dato sapere chi sia il cavaliere rappresentato, forse un imperatore, come sembrerebbe alludere la mano alzata nel tipico saluto romano, vengono fatti i nomi di Settimio Severo, Odoacre, Teodorico, il prof. Saletti propende per Marco Aurelio, altri pensano ad Aureliano, legato alla storia di Pavia per aver sconfitto, alle porte della città, gli Alemanni, accompagnato spesso da un cagnolino. Oscura anche l'origine dell'etimologia del nome Regisole: forse "Radiasole" ("regit solem") per l'effetto dei raggi del sole che si irradiano sulla preziosa superficie dorata che rivestiva il bronzo; o "Regisolio", ("regis solium") sede del re, per la posizione, già dal IX secolo, in una nicchia del Palazzo Reale fatto costruire da Teodorico (spostata in piazza duomo intorno al 1024, dopo la distruzione del palazzo) o ancora "Re del Sole", mettendo in relazione il "sole" della parola "Regisole" e il termine greco "helios", cui rimandano i nomi degli imperatori romani Marco Aurelio (Aurelios) ed Aureliano; è quindi una sintesi di luce e potere. Risulta non molto chiara anche la provenienza dell'antica statua equestre in bronzo dorato del Regisole, probabilmente raffigurante Marco Aurelio: collocata in origine a Roma, da qui Teodorico la trasferisce a Ravenna, sul ponte di Augusto. La statua arriva a Pavia, come bottino di guerra, dove viene collocata sul palazzo reale e a seguito della sua distruzione verso il terzo decennio dell'XI secolo spostata nell'Atrio di San Siro.
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
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