Storie della nascita e giovinezza di Maria Vergine
ambito lombardo
Descrizione
Ambito culturale: ambito lombardo
Cronologia: post 1590 - ante 1610
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: intonaco / pittura a fresco
Descrizione: Una fascia decorativa, che corre lungo la base della volta, reca un'iscrizione dipinta derivata dallo "Stabat Mater" e dalle "Litanie lauretane", che rivela la dedicazione del sacello alla Vergine della Consolazione. La cappella risulta infatti completamente affrescata con un ciclo mariano, purtroppo oggi lacunoso, che prevede nella volta episodi della vita di Maria anteriori alla nascita di Gesù: al centro la "Nascita della Vergine" entro una medaglia ovale con cornice a cartiglio e alle basi della botte la "Presentazione della Vergine al tempio" a sinistra e lo "Sposalizio della Vergine" a destra. Le due scene sono comprese tra finte cornici marmoree in aggetto affiancate da volute mistilinee e da protomi leonine, dalle quali partono nastri e motivi pendenti. Sulle pareti est e ovest sono affrescate due episodi entro riquadrature architettoniche trompe l'oeil: "Adorazione dei pastori" e "Adorazione dei magi"; mentre sulla parete di fondo campeggiano a sinistra "S. Giovanni Evangelista" e a destra "S. Antonio Abate" entro finte nicchie marmoree a rilievo. Lungo il perimetro della cappella corre un alto zoccolo motivi decorativi che fingono marmi policromi. Motivi fitomorfi e fioriti sono affrescati nell'intradosso dell'arco d'accesso.
Notizie storico-critiche: La prima basilica cristiana edificata nella città, fuori le mura, da S. Siro, primo vescovo di Pavia, qui sepolto e poi traslato in Duomo, conserva sulle pareti e nella volta della seconda cappella a sinistra uno straordinario e vivace partito decorativo ad affresco con temi mariani. La curiosità di questo partito decorativo risiede nel fatto che se ne erano perse le tracce: non menzionato dalle fonti antiche (non ne parlano Bartoli e Prelini; solo Mezzadri nel 1729 citando la cappella, allora intitolata a S. Giovanni, riporta brevemente "ornata di pitture") e successivamente, tra la fine del Settecento e l'inizio del secolo seguente, coperto da un pesante strato di intonaco per quasi due secoli, verrà riscoperto casualmente solo nel 2006 per una scrostatura accidentale della tinteggiatura e riportato alla luce tramite un complesso intervento di restauro.
La scena con la Nascita della Vergine" affrescata al centro della volta, con cornice a cartiglio simile a quella affrescata nella prima campata sinistra in S. Pietro in Ciel d'Oro, risulta molto interessante dal punto di vista iconografico, infatti la protagonista della composizione non è unicamente la neonata Maria, ma assumono un ruolo importante nella narrazione, oltre a lei e alla madre distesa a letto, anche le quattro fantesche che accudiscono alla piccola e alla puerpera. Il dettaglio della domestica che asciuga i panni al fuoco, a sinistra, è tratto dall'incisione con la "Nascita del Battista" che Diana Ghisi trasse da Giulio Romano, come nota Giordano, mentre la figura di fantesca china in primo piano a destra, che appoggia il grande recipiente per il bagno della neonata, è ispirata alla figura che si china ai piedi di Bacco nel disegno noto come "Triclinium" (Giovanni Antonio Dosio, Libro dei disegni, fol. 26, Berlino). I due riquadri ai lati della botte, la "Presentazione della Vergine al tempio" a sinistra e la "Sposalizio della Vergine" a destra, rivelano caratteristiche stilistiche e tipologiche differenti dall'ovale al centro, nella resa dei visi, delle mani e dei gesti, "ma le scene sono efficaci, vivaci e ben congeniate nel bilanciamento delle figure in relazione a un asse centrale" (Giordano) e il pittore risulta pregevole per due motivi: la cura riservata alle raffinate architetture che inglobano le figure, che deriva dall'antico e la sensibilità riservata al paesaggio, che nella "Presentazione" è delineato come paesaggio urbano con porte e castelli. Le due scene affrescate sulle pareti risultano irreparabilmente danneggiate, con ampie lacune, per i danni subiti dalle demolizioni, per l'apertura in passato di due porte che immettono a vani adiacenti alla cappella, per l'aggiunta di alcune lapidi commemorative, inoltre per la predita di ampie parti con finiture date a secco. Il riquadro con la "Adorazione dei pastori" sulla parete est sinistra, di buona qualità, risulta lacunosa nella porzione centrale, si conservano unicamente i volti della Vergine e di S. Giuseppe al centro e dei pastori ai lati; in alto l'angelo annunziante con cartiglio, avvolto da un alone di luce e nello sfondo, a sinistra, è rappresentato l'annuncio ai pastori con brevi figurine in prossimità di un albero. Il pastore di destra, "figura vivace e ben composta" è colto in movimento in atto di chinarsi davanti a Gesù Bambino (perduto) e di levarsi il grande copricapo in segno di deferenza, affiancato dal muso di una pecora; quello di sinistra, di profilo risulta "ben scorciato nello spazio". I visi della Madonna e di S. Giuseppe sono resi con maestria e 'il fulgore della luce divina in cui si libra l'angelo, pur presentando quest'ultimo qualche debolezza anatomica, dà respiro e grandiosità alla scena'. L'episodio della "Adorazione dei magi", sulla parete destra, anch'esso compromesso, conserva le figure dei Magi offerenti, in prossimità della capanna, che si vede solo parzialmente, e nello sfondo il corteo con cavalli e animali rari; risulta totalmente perduta la Sacra Famiglia all'interno della capanna. Le figure sono rese in modo astratto e schematico con tipologie generiche, diversamente dal re Magio al centro connotato da tratti somatici caratterizzanti e indossante sontuosi abiti contemporanei che risulta essere un ritratto, come pure il volto del personaggio con veste gialla dipinto a sinistra. Per la realizzazione del corteo con figure e animali il maestro pavese si è ispirato all'incisione "Prosapia" del 1585 di Johan Sadeler I (tratta da una composizione di Marteen de Vos): nella posizione della testa del cavallo che esce dalla capanna, nel copricapo a pan di zucchero di un cavaliere e nel cammello all'estrema sinistra che nell'affresco diventa una giraffa. Mirabilmente riuscita il muso del cavallo al centro 'dall'occhio vivace e dalla mossa criniera' che rappresenta l'apice della composizione pavese. Solo i contorni di alcune figure, come l'angelo e il S. Giovanni, appaiono realizzati a pennello, le altre a incisione diretta sull'intonaco con punta metallica
Collocazione
Pavia (PV), Chiesa dei SS. Gervasio e Protasio
Credits
Compilazione: Manara, Roberta (2014)
Aggiornamento: ()
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/PV300-00024/
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