Celebrazione del casato dei Barbiano di Belgioioso
Beretta, Carlo [il Berettone] (attribuito)
Descrizione
Autore: Beretta, Carlo [il Berettone] (attribuito) (notizie 1714 -1754), esecutore
Ambito culturale: ambito lombardo
Cronologia: post 1740 - ante 1560
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: stucco / modellatura; terracotta / modellatura
Descrizione: La lunga sala a pianta rettangolare prende luce da 5 finestre nel lato lungo ovest affacciato sul giardino; nei lati brevi si aprono due porte e nell'altro lungo a est tre porte alternate a due camini in marmo bianco con specchiere in scagliola, decorate da sirene e teste antropomorfe in legno dorato. La Galleria, rivestita interamente da un partito decorativo in terracotta e stucco di elegante fattura, celebra il casato attraverso 19 ritratti a mezzo busto con pose variate, entro cornici ovali e quattro rilievi narrativi con le imprese condotte da alcuni rappresentanti della casata, al di sotto dei quali sono disposte targhe bianche con iscrizioni esplicative rilevate a caratteri capitali in oro zecchino. I ritratti degli avi che si sono distinti per imprese politico-militari seguono un ordine cronologico che parte da Eberardo I, vissuto nel IX sec., sino a Giovanni III, predecessore di Antonio, morto nel 1715, coprendo quindi circa sedici secoli. La volta in stucco reca motivi geometrici, figure mitologiche e allegoriche delle arti, motivi legati agli interessi del committente; vicino alla figura allegorica della Vittoria, le iniziali ABB in stucco bianco, seguite da D e B, verosimilmente le iniziali del committente Antonio Barbiano di Belgioioso e della moglie Barbara d'Adda.
Notizie storico-critiche: I fastosi ambienti di rappresentanza nell'ala nobile del castello di Belgioioso sono tra i più significativi complessi dell'architettura lombarda del XVIII secolo. In particolare nella Galleria degli Avi o degli Stucchi viene raggiunto un notevole livello qualitativo nella felice orchestrazione unitaria e nell'alta levatura dei singoli rilievi.
Il partito decorativo a stucco, viene commissionato verosimilmente dal conte Antonio Barbiano di Belgioioso (1693-1779), del nobile casato ricordato da Dante nel canto XIV del Purgatorio.
Il conte, nominato nel 1769 principe del Sacro Romano Impero e di Belgioioso (titolo trasmissibile ai maschi primogeniti con vari privilegi, fra cui quello di battere la cosiddetta "moneta di ostentazione" con la sua effigie), promuove nel secondo quarto del XVIII secolo una vasta e sontuosa trasformazione, in villa di delizia affacciata su un parco, del corpo di fabbrica del trecentesco "Castrum Zoiosum" che prevede anche l'abbellimento interno delle sale ad opera di alcuni tra i più rinomati artisti lombardi e non del tempo (Giovanni Ruggeri, Francesco Croce, Carlo Maria Giudici, Giovanni Battista Sassi, Carlo Beretta). La morte di Antonio nel 1779, causa l'interruzione dei lavori al castello, in seguito ripresi e portati a termine dal figlio Alberico XII .
Fondamentale per capire la portata dell'intervento in questa ala della villa di delizia è il testo pubblicato a Cremona nel 1810 del padre barnabita Cosimo Galeazzo Scotti (1759-1821) "Le giornate del Bembo colle veglie di Belgiojoso". L'opera è costituita da una serie di novelle che i proprietari del castello di Brembate e i loro invitati, fra cui lo stesso Scotti, narrano a turno per intrattenere gli ospiti. Nella finzione letteraria l'autore viene invitato a raccontare di una sua precedente visita nel prestigioso castello di Belgioioso, nel cui racconto è inclusa anche una puntuale e affidabile descrizione degli ambienti. Più precisamente nel racconto Scotti affida la descrizione della villa di delizia al professore di pittura Paolo Mescoli e al pittore vogherese Paolo Borroni (che lavorò realmente per i Barbiano) che tramandano un'accurata presentazione della sala con i pannelli narrativi e le targhe con le didascalie. In queste novelle morali ambientate a Belgioioso vengono quindi fornite indicazioni preziose in merito ad alcuni artisti attivi al suo interno, menzionando lo scultore Carlo Beretta, quale autore dei ritratti in stucco degli antenati della famiglia Barbiano. Il programma iconografico della galleria è volto a magnificare e ad esaltare il casato dei Barbiano e le sue origini.
Scarse sono le notizie relative a Carlo Beretta, detto il Berettone, nato a cavallo tra Sei e Settecento, attivo dal 1714 nella Fabbrica del Duomo di Milano, quindi a Novara e al Sacro Monte di Orta, il quale fece il viaggio di studio a Roma tra il 1718-1720. Influenzato dalla cultura romana, è considerato uno dei più abili artisti lombardi del XVIII secolo, vicino al barocchetto pieno.
In particolare la Galleria degli Avi o degli Stucchi rappresenta per Beretta un unicum in quanto risulta la sola opera, con le sculture del parco, a soggetto profano, inoltre è l'unica committenza privata che riceve. Il complesso decorativo a stucco, che celebra le gesta della casata, viene giudicato raro perché si tratta di un ciclo scultoreo, infatti molto più frequentemente era utilizzato la tecnica pittorica.
Le pareti risultano articolate da un ricco e leggero repertorio di forme a rilievo (volute, festoni, conchiglie, elementi fitomorfi) dalle linee morbide, coerenti con il gusto del barocchetto.
La decorazione in stucco colpisce per la ben riuscita orchestrazione unitaria e per l'alta levatura dei singoli rilievi. Il criterio che organizza il programma iconografico è la simmetria rispetto all'asse trasversale della stanza. Nei quattro episodi si riscontrano vari livelli di aggetto dello stucco, dagli elementi principali in primo piano fortemente a rilievo, quasi a tutto tondo, che digradano fino allo sfondo con un rilievo minimo. Le storie narrate prendono le mosse da nord, dall'episodio molto elaborato con morti e feriti, della battaglia vinta da Giovanni III, padre di Antonio, sui turchi; sulla parete nord Carlo di Belgioioso ambasciatore di Ludovico il Moro, in ginocchio dinnanzi al re di Francia e la pace di S. Pietro, protagonista Bernardino III conte di Barbiano; sul lato sud il corteo successivo alla battaglia di Marino con il trionfo di Alberico Magno. I ritratti, le cornici ovali, i rilievi, i coronamenti delle finestre e delle sovrapporte in terracotta rivestiti di stucco bianco, risaltano sulle specchiature verde chiaro delle pareti e delle ante lignee che a loro volta spiccano sull'intonaco di fondo giallo chiaro delle pareti, ripreso nella volta. Un alto zoccolo bianco di lieve aggetto corre lungo il perimetro della galleria, raccordandosi alle modanature in stucco delle cornici di porte, finestre e camini.
Collocazione
Belgioioso (PV), Castello di Belgioioso - complesso
Credits
Compilazione: Manara, Roberta (2014)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/PV300-00026/
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