Riposo durante la Fuga in Egitto
Solario, Andrea
Descrizione
Identificazione: riposo nella fuga in Egitto
Autore: Solario, Andrea (1495-1524)
Cronologia: post 1515
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tavola / pittura a tempera
Misure: 55 x 76.8
Descrizione: Il supporto è costituito da una tavola in legno di pioppo rinforzata sul dorso da due traverse orizzontali trattenute da cuscinetti in legno; un cuneo completa l'angolo inferiore di destra. La superficie pittorica, in ottimo stato di conservazione, rivela minuti ritocchi sul manto di San Giuseppe e su quello della Vergine. Un pentimento nell'atteggiamento del capo e del corpo del Bambino che in prima stesura era stato immaginato più eretto, e una discreta variazione di espressione sul viso della Madonna e del San Giuseppe sono stati messi in evidenza dall'indagine radiografica.
Notizie storico-critiche: Abitualmente considerata come la prima acquisizione artistica di Gian Giacomo Poldi Pezzoli (secondo una inesatta informazione; l'archivio del Museo Poldi Pezzoli conserva infatti una ricevuta di pagamento in data 25 gennaio 1850 a favore di G. Bertini per un piccolo quadro dipinto ad olio da Tiepolo, cat. 154), questa importante opera fu comperata (Russoli, 1972) nel 1855 forse su segnalazione di Giovanni
Morelli. Il dipinto è di importanza fondamentale dal punto di vista storico, perché la firma ha consentito di raggiungere la certezza sull'identità di Andrea da Milano con Andrea Solario.
Per la sua alta qualità pittorica, questo tranquillo Riposo (Berenson, 1955) è certo uno dei capolavori del maestro, ed una delle opere lombarde del tempo più importanti (Russoli, 1955).
La fusione di elementi leonardeschi (il profilo della Vergine si ispira a un motivo noto nella cerchia leonardesca, di cui un esempio a punta d'argento su carta con preparazione blu è al Metropolitan Museum of
Art a New York, la torsione del busto ricorda invece, come già è stato rilevato da Cogliati Arano nel 1966 quella della Madonna nel noto cartone con Sant'Anna alla National Gallery a Londra) e raffaelleschi è qui risolta nel naturalismo di marca classicheggiante che accentua la posa scultorea dei Bambino.
La struttura del paesaggio e il profilo dell'albero che si staglia sul fondo del cielo sono d'altra parte impregnati di ricordi belliniani resi con l'acuta definizione ottica propria alla cultura fiamminga, che ha probabilmente suggerito lo splendido brano della natura morta in primo piano, in basso a destra, con la borraccia da viaggio, il bastone e il sacco delle provviste. J.A. Crowe e G.B. Cavalcaselle (1912) hanno inoltre brillantemente osservato come l'invenzione del Bambino sia stata rielaborata in alcune opere di Gaudenzio Ferrari, quali la Madonna tra i Santi Martino e Maurizio della Galleria Sabauda a Torino. (Natale, 1982)
Collezione: Collezioni d'arte del Museo Poldi Pezzoli
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/RL480-00043/
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