Giuseppe Garibaldi a cavallo
Rossini, Francesco
Descrizione
Autore: Rossini, Francesco (notizie 1863)
Cronologia: 1863
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 210 cm x 320 cm
Notizie storico-critiche: L'opera fu riprodotta dal fotografo G. Negri di Brescia tra il 1888 e il 1904, forse nel 1893 quando l'opera fu esposta nella mostra patriottica organizzata all'Accademia Tadini: sulla stampa della fotografia conservata presso l'Accademia (cart. 40, inv. 499, cat. 38) compare la scritta "Questo quadro apparteneva al Circolo degli Amici in Roma, e stette nascosto sotto una tapezzeria nelle sale del circolo dal 1849 al 1870. Riproduzione del quadro di S. Rossini". Fu lo stesso Zitti a segnalare la foto ad Alfredo Comandini che lo pubblicò nella sua opera "L'Italia nei cento anni del secolo 19." del 1902-1907. Risulta quindi individuata la fonte della notizia che vuole il dipinto realizzato negli anni della Repubblica Romana (1848-1849) recepita da G. A. Scalzi (in Crescit Eundo 2003, p. 115), che è però contraddetta dalla data 1863 individuata, insieme alla corretta lettura della firma, da chi scrive e dalla restauratrice Roberta Grazioli in occasione della mostra di Genova.
Questi dati confermerebbero la provenienza romana e suggerirebbero di riferire l'acquisto al patriota e industriale Giovanni Andrea Gregorini (1819-1878), che fu dal 1870 alla morte deputato; il Monumento ai volontari (1865) ne conferma l'orientamento politico con la partecipazione all'"Impresa di Cedegolo" nel 1859.
Va tuttavia precisato che questo non identifica con certezza la committenza, e che persino l'indicazione "Gregorini" confermata dall'Elenco delle opere esposte a Lovere nel 1893 va accolta con cautela, dal momento che erede di Giovanni Andrea fu il nipote, Felice Ventura (1836-1882), che assunse il doppio cognome Ventura Gregorini, i cui eredi hanno confermato nel 1961 la donazione all'Accademia. Di Felice Ventura Gregorini si conosce la partecipazione alla campagna del 1859 nei Cacciatori delle Alpi sullo Stelvio e alla seconda spedizione in Sicilia nel 1860; combatté a Milazzo e al Volturno, meritando una menzione onorevole.
Il dipinto fu realizzato da Francesco Rossini nel 1863. In quell'anno Giuseppe Garibaldi si trovava in convalescenza presso l'isola di Caprera per riprendersi dalla ferita riportata nella battaglia dell'Aspromonte. Il pittore raffigurò il generale in sella al suo cavallo, una giumenta grigia di 14 anni chiamata Marsala dono di Sebastiano Giacalone Angileri. In sella a Marsala Garibaldi entrò a Palermo il 27 maggio 1860 e continuò tutta la campagna militare nel regno delle Due Sicilie. Si affezionò all'animale a tal punto da tenerlo sino alla morte avvenuta nel 1876, alla veneranda età di trent'anni.
L'opera, che per questo ed altri elementi iconografici (ad esempio la camicia rossa, o il celebre poncho) appare celebrativa della Spedizione dei Mille, presenta in realtà un accumulo di elementi che ne fanno una sorta di centone dell'iconografia garibaldina: particolarmente significativa l'aggiunta del cappello alla calabrese teso a connotarlo come eroe della Repubblica Romana. Tuttavia, l'individuazione del possibile modello in una o più stampe popolari, unico veicolo di diffusione dell'iconografia risorgimentale pre-unitaria, potrebbe giustificare la scelta di sommare tutti gli elementi propri dell'iconografia del generale (Albertario 2008). La precocità fa della tela uno tra i pochi "monumenti equestri" dedicati a Garibaldi in vita.
Marco Albertario
Collocazione
Lovere (BG), Accademia di Belle Arti Tadini. Museo dell'Ottocento
Credits
Compilazione: Albertario, Marco (2012)
Aggiornamento: Albertario, Marco (2014)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/S0240-00090/
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