Croce processionale

ambito lombardo

Croce processionale

Descrizione

Identificazione: Cristo crocifisso con la Madonna e San Giovanni Evangelista

Denominazione: Croce di Ambria

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: post 1100 - ante 1199

Tipologia: arredi liturgici e suppellettile ecclesiastica

Materia e tecnica: legno / sagomatura; argento sbalzo / cesellatura, parziale doratura; rame / laminatura, cesellatura, bulinatura, punzonatura, doratura; ferro / battitura; gemma / cabochon, incastonatura; cristallo di rocca / sfaccettatura; vetro / incastonatura

Misure: 27.5 cm x 38 cm x 2.5 cm

Descrizione: Croce latina potenziata con ampliamenti di superficie all'incrocio dei bracci e alle estremità; è innestata su un supporto reggiasta con nodo a doppia sequenza di baccellature. Le lamine metalliche, decorate con tecniche distinte, sono inchiodate ad un'anima in legno quasi completamente celata. Il recto è costituito da cinque lamine d'argento in parte dorate, sbalzate e cesellate, con cinque figure sbalzate (Cristo, Maria, Giovanni, Angelo, ?); negli spazi di risulta tra le figure sono state inserite gemme lavorate a cabochon e piastrine di vetro. Il verso è costituito da un'unica lamina di rame dorato, lavorato a bulino e punzone: al centro l'immagine di Cristo Pantocratore, nelle potenze il Tetramorfo, rimando ai quattro Evangelisti (leone, toro, aquila, uomo alato). Tutt'attorno alla croce sono disposti 19 cristalli sfaccettati di quarzo.

Notizie storico-critiche: La presenza di due fronti decorati fa capire che si tratta di una croce astile. Per varietà dei materiali e qualità formale, la croce di Ambria può essere considerata un unicum nel panorama locale, soprattutto tenendo in conto i rari esemplari di oreficeria medievale giunti sino a noi. Il recto della croce può essere messo in relazione con la produzione lombarda dei più famoso crocifissi rinascimentali in lamina d'argento sbalzata e dorata di Vercelli, Pavia e Casale Monferrato (X-XI sec.). Nel piccolo formato, non sembrano trascurabili le tangenze con due opere conservate nella cappella delle Sante Croci del Duomo Vecchio di Brescia, datate tra fine XI e inizio XII secolo: la cosiddetta Croce del Campo e la stauroteca in lamina d'argento dorata e sbalzata, quest'ultima opera di bottega orafa lombarda che mostra di aver assimilato componenti della cultura bizantina e ottoniana. Si notano inoltre somiglianze con le figure della legatura di evangelario proveniente dalla cattedrale di Novara di area lombardo-piemontese, oggi al Musée de Cluny di Parigi, anch'essa in argento parzialmente dorato, sbalzato cesellato e niellato, risalente alla prima metà del XII secolo. Il verso della croce rivela curiosi e stringenti apparentamenti con una serie di lamine del XII secolo prodotte in ambito nord-italiano, tutte in rame dorato bulinato e punzonato, quasi identiche per soggetto e figurazione, dimensioni, lavorazione: una appartiene alle Civiche Raccolte d'Arte Applicata del Castello Sforzesco di Milano e mostra la qualità grafica e formale più alta. Un'altra è conservata presso i Mesées Royaux d'Art et Histoire di Bruxelles, dallo stile più schematico e rigido, privo della grazia bizantina della lamina milanese. Si confermerebbe dunque l'attribuzione della croce a una bottega lombarda e la datazione attorno alla metà del XII secolo. Il nodo è stato inserito non prima del XVI secolo. Anche i cristalli sfaccettati sono un'aggiunta successiva avvenuta in epoca sconosciuta, è risaputo che l'abitudine di inserire elementi tridimensionali (sfere, bulbi, guglie, ecc...) attorno alle croci si sviluppa nel XIV secolo.

Collezione: Raccolte del Museo Valtellinese di Storia ed Arte (MVSA)

Collocazione

Sondrio (SO), Museo Valtellinese di Storia ed Arte

Credits

Compilazione: Perlini, Silvia (2014)

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