Gabrina incita Filandro a diventare il suo amante
Barberis, Vincenzo de (attribuito); Barberis, Michele de (attribuito)
Descrizione
Identificazione: Episodi dell'Orlando Furioso: storia di Gabrina
Denominazione: Ciclo ariostesco del salone d'onore
Autore: Barberis, Vincenzo de (attribuito) (notizie dal 1511/ 1550-1551), pittore; Barberis, Michele de (attribuito)
Ambito culturale: ambito bresciano
Cronologia: post 1542 - ca. 1553
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: intonaco / pittura a fresco
Misure: 6.90 m x 15.40 m
Descrizione: Le immagini affrescate del ciclo ariostesco occupano il fregio e le lunette della lunga stanza denominata salone d'onore. Sulle pareti compaiono ventun Storie dell'Orlando Furioso, disposte entro riquadri rettangolari delimitati da cornici dipinte a candelabre e da lunette che racchiudono entro tondi centrali, uomini dell'antichità e personaggi della famiglia Besta. Sotto alla fascia affrescata corre una cornice di legno modanata e dipinta, sulla quale sono riportate in caratteri dorati delle frasi latine di commento alle sovrastanti scene. Gli episodi affrescati fanno riferimento soprattutto alla Storia di Gabrina, alla Storia di Ginevra e a quella di Angelica, con l'aggiunta nelle scene finali di rappresentazioni allegoriche (discordia, Silenzio, Cupidigia, Magia?). Il ciclo ha inizio nella prima immagine a destra della parete occidentale, prosegue in senso orario, si interrompe in parte in corrispondenza della parete nord e termina in quella meridionale.
Notizie storico-critiche: Insieme agli affreschi del cortile, quelli ariosteschi del salone d'onore sono tra i più rilevanti della storia artistica di palazzo Besta. Non a caso i due cicli sono attribuiti alla medesima bottega, quella del bresciano Vincenzo de Barberis coadiuvato dal nipote Michele, quest'ultimo intimo dei Besta tanto da essere citato in un rogito del 1548 quale testimone di Azzo II. Quest'ultimo, colto personaggio tra i più in vista dell'epoca rinascimentale valtellinese, dovrebbe spettare la committenza della decorazione pittorica cinquecentesca della lunga sala. Fonte iconografica per le raffigurazioni pittoriche sono le xilografie a corredo dell'"Orlando Furioso" edito da Giolito de Ferrari a Venezia nel 1542, termine post quem per la datazione del ciclo di Teglio. La scelta particolare degli episodi risponde all'esaltazione delle virtù, in contrapposizione al vizio e all'ozio, dove non mancano riferimenti alla spiritualità e all'esoterismo. Riguardo ai busti contenuti nelle lunette è stato ipotizzato un programma iconografico volto a celebrare membri della famiglia Besta, associati a personaggi illustri del passato.
Le trasposizioni pittoriche del poema ariostesco non sono così frequenti ma in Valtellina, oltre al ciclo di palazzo Besta, si possono ammirare altri due esempi, a Talamona sul fronte di palazzo Valenti e a Sondrio presso castel Masegra.
Collocazione
Provincia di Sondrio
Credits
Compilazione: Perlini, Silvia (2014)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/SO020-01181/
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