Calice
ambito comasco
Descrizione
Identificazione: Redentore, santi e dottori della Chiesa d'Occidente
Denominazione: Calice di S. Lorenzo
Ambito culturale: ambito comasco
Cronologia: - ante 1485ultimo quarto sec. XV
Tipologia: arredi liturgici e suppellettile ecclesiastica
Materia e tecnica: argento / cesellatura, bulinatura, doratura; smalto
Misure: 30 cm x Ø 20.5 cm
Descrizione: Calice con piede espanso, dal profilo mistilineo dato da otto lobi alternati a punte, rialzato su uno zoccolo traforato. Girali e fiori a bassorilievo su fondo sagrinato ricamano gli scomparti lobati; su quattro di essi sono applicate piastrine d'argento bulinate con l'immagine dei santi Lorenzo, Stefano, Vincenzo e Maurizio, con tracce di smalti traslucidi dalle tonalità basse. Il fusto a otto facce, colorito con smalti turchini, è interrotto alla mezzeria da un nodo schiacciato decorato con otto chiodi d'argento sporgenti, cuspidati, sui quali compaiono le effigi del Redentore, dei santi Pietro, Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Bartolomeo e di un altro santo. Anche i dischi erano ricoperti di smalti, così come le quattro medaglie con i busti dei Padri della Chiesa d'Occidente che formano il sottocoppa, terminante in un profilo di perle oltre il quale si allarga la superficie liscia della coppa.
Notizie storico-critiche: Il calice di S. Lorenzo è detto "calix novus" in un inventario del 1486 redatto dal notaio Pietro Nascali. Di notevoli dimensioni e di capienza pari a un litro, presenta una forma tradizionale che riprende la tipologia dei calici gotici trecenteschi. Gli smalti che lo decorano con figure di santi sono ancora legati alla pittura lombarda di gusto tardogotico della metà del Quattrocento (Venturoli, 1998). Nella storiografia comasca il manufatto viene spesso confrontato con quello un tempo esistente nella chiesa di S. Vincenzo di Gravedona, attribuito a Francesco Ser Gregorio da Gravedona, orafo attivo tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo. A ben vedere le tangenze non paiono così evidenti: il calice lariano è di gusto gotico fiorito ricco di guglie, pinnacoli, trafori, con nodo a tempietto, elementi diversi rispetto a quelli che caratterizzano il calice di Chiavenna, che va comunque attribuito a una bottega attiva in ambito lariano.
Collezione: Raccolte del Museo del Tesoro e Battistero della Collegiata di S. Lorenzo
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/SO020-01188/
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