Ancona
Paruta, Bartolomeo
Descrizione
Identificazione: Sant'Antonio abate tra i santi Caterina d'Alessandria e Agostino
Autore: Paruta, Bartolomeo (notizie 1600)
Ambito culturale: bottega lariana
Cronologia: 1600
Tipologia: arredi liturgici e suppellettile ecclesiastica
Materia e tecnica: legno / scultura, intaglio, pittura, doratura
Misure: 192 cm x 51 cm x 378 cm
Descrizione: Ancona lignea scolpita, intagliata, policomata e dorata. A forma di facciata di tempio, con due sportelli laterali, predella a serliana, timpano spezzato, con due angeli scolpiti a tutto tondo alla sommità. Le sculture della cassa centrale, delle tre nicchie della predella (una perduta) sono a tutto tondo, le raffigurazioni degli sportelli sono a bassorilievo. Il fastigio triangolare spezzato presenta una testa d' angelo alato al centro; sopra al fastigo, mentre altre testine ornano la trabeazione.
Nella parte centrale, entro un arco inserito nella cassa rettangolare, vi sono le statue di S. Antonio, privo di braccio destro, reggente nella sinistra un bastone con piccolo campanaccio, con ai piedi la testa di un porcellino; S. Caterina d'Alessandria a sinistra, con una lunga spada; a destra S. Agostino che regge un libro nella mano sinistra.
Le antine internamente portano a destra la strage degli Innocenti e la Natività di Cristo a sinistra; la scena dell'Annunciazione, all'esterno.
Nella nicchia centrale della predella vi è la Vergine seduta in trono con il Bambino, e nelle due laterali, i SS.Gervasio e Protasio, di cui uno mancante. Compare la scritta "BARTHOLOMEUS PARUTA DOMASIENSIS FECIT ANNO DNI 1600".
Notizie storico-critiche: Ancona datata 1600 e firmata da Bartolomeo Paruta di Domaso (CO), proviene dalla chiesa di San Sebastiano, demolita il 28 settembre 1944; l'opera fu quindi trasferita nell'oratorio del SS. Sacramento e di lì trasportata in Museo (depositata con altri oggetti dall aparrocchia nel 1965). Pobabilmente i committenti furono gli anziani della chiesa di S. Antonio del Combo, secondo quanto affema Santo Monti, chiesa dedicata a S. Antonio abate ma anche a S. Agostino. Come noto le vicende della chiesa portarono la devozione popolare a rivolgere l'attenzione sempre più al Taumaturgico Crocefisso conservato nella chiesa, cosicché l'altare di S. Antonio venne sempre meno frequentato, tanto da indurre a rivolgere i banchi della chiesa verso quell'altare. Venendo meno l'interesse per l'altare maggiore, questo venne dimenticato, e l'ancona rimossa.
L'arredo bormino è ancora concepito alla stergua degli esempi quattrocenteschi, in particolare povenienti d'Oltralpe. Il Paruta appare un discreto statuario, nonostante la rigidezza delle pose e dei volti, ma piuttosto mediocre nei bassoilievi. I volumi dilatati, il carattere gossolano dell'intaglio e della cromia rimandano ad esempi comaschi e lacustri.
Collocazione
Bormio (SO), Museo Civico di Bormio
Credits
Compilazione: Sambrizzi, Giulio (1983)
Aggiornamento: Perlini, Silvia (2011)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/SO120-00056/
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