La Processione

Pellizza da Volpedo, Giuseppe; Zaccari, Ettore

La Processione

Descrizione

Identificazione: Processione

Autore: Pellizza da Volpedo, Giuseppe (1868/1907), esecutore; Zaccari, Ettore (1877/ 1922), esecutore cornice

Cronologia: post 1893 - ante 1895

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 156 cm x 85 cm ; 186.5 cm x 11 cm x 114 cm

Descrizione: Dipinto di Giuseppe Pellizza da Volpedo, ad olio su tela, di medie dimensioni, raffigurante una processione di figure femminili, di cui la centrale recante una croce, lungo una strada costeggiata da alberi su entrambi i lati e da una roggia sulla destra.

Notizie storico-critiche: Il dipinto è giunto al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica nel 1957, con il lascito di Guido Rossi, che possedeva un nucleo di cinque opere di Pellizza da Volpedo (nn. inv. 1818, 1781-1784).
La genesi dell'opera è stata ricostruita nel dettaglio da Aurora Scotti nel catalogo generale del pittore (Scotti 1986, pp. 341-342 n. 895). La prima idea è databile al 1892, come si evince da alcuni schizzi e studi (cfr. Scotti 1986, nn. 765-770), di cui uno molto avanzato che fissa già composizione finale e rapporti di luce e presenta anche la terminazione centinata. Il pittore dovette iniziare subito a lavorare al dipinto, della cui realizzazione scrisse a Plinio Nomellini, per terminarlo l'anno successivo. Nel 1894, però, tornò sulla tela, come si apprende da una lettera ad Angelo Morbelli dell'ottobre 1894, perchè insoddisfatto della resa di alcune figure e della roggia sulla destra. Andrà messa in rapporto con questa testimonianza la porzione di tela dipinta e rifinita con cura, che ripropone l'estremità destra dell'opera, compresa la terminazione arcuata e dorata, sulla quale è riportata la data 1895. La data 1894 impressa sul bordo superiore dorato dell'opera, coperto dalla cornice, va invece recepita con cautela, perchè il pittore ritoccò il dipinto nel 1895, quando fu presentato alla prima Biennale di Venezia, e l'anno dopo, per mitigare la dominante azzurrata determinata dalla preparazione bleu.
Nonostante fosse stata rifiutata dalla mostra romana del 1893, l'opera iniziò con Venezia una notevole fortuna espositiva e Pellizza la inviò a molte esposizioni in Italia e all'estero: nel 1896 fu alla Promotrice di Torino, l'anno dopo alla sezione italiana dell'Esposizione di Bruxelles e alla Promotrice di Firenze, nel 1900 all'esposizione di Brera, nel 1902 a Berlino e nel 1903 al Glaspalast di Monaco di Baviera e l'anno dopo a Saint Louis, dove ricevette la medaglia d'argento, nel 1905 ad Angers e l'anno dopo alla mostra degli Amatori e Cultori di Roma.
Il dipinto entrò infine nella collezione di Guido Rossi prima del 1920, dato che nella piccola monografia pubblicata da Francesco Sapori nel gennaio 1920 è indicato già come proprietà dell'industriale milanese (Sapori 1920, snp), che commissionò la cornice per il quadro alla bottega di Ettore Zaccari, ricca di richiami secessionisti e neoquattrocenteschi.
Dipinto fondamentale nell'opera di Pellizza da Volpedo e tra i più importanti della collezione di Guido Rossi, la Processione richiamò l'attenzione della critica alla Biennale veneziana: Neera vi rintracciò quell'equilibrio perfetto tra l'indagine del reale e il pensiero ideale che è alla base dell'opera di Pellizza, mentre Gustavo Macchi sul "Corriere della Sera" si concentrò sugli intensi effetti di luce, seguito da Vittorio Pica, che sottolineò anche il sospeso tono poetico e misticheggiante, perfettamente aggiornato sugli esiti del Simbolismo internazionale (cfr Scotti 1986, pp. 341-342). Benchè studiato dal vero, e ambientato in una via del paese natale di Volpedo, il dipinto mostra infatti gli ideali di spiritualità e armonia tra uomo e natura, resa attraverso lo studio della luce con un'applicazione della tecnica divisionista ricchissima e minuta.

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Credits

Compilazione: Giorgione, Claudio (2007)

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