Psiche
manifattura italiana
Descrizione
Ambito culturale: manifattura italiana
Cronologia: ca. 1880 - ca. 1910
Tipologia: arredi e suppellettili
Materia e tecnica: legno / intaglio, modanatura, tornitura, doratura; vetro a specchio
Misure: 76 cm x 41 cm x 183.5 cm
Descrizione: Elegante specchiera da terra con specchio basculante, conosciuta come "psiche", realizzata in legno massello. Il pezzo presenta intagli ed elementi dorati; basamento sagomato, nella parte inferiore è presente un cassetto per riporre piccoli oggetti, due colonne tornite che sorreggono lo specchio, trabeazione superiore modanata.
Notizie storico-critiche: Psiche è uno specchio oscillante, sostenuto da due supporti laterali che, mediante un perno orizzontale, si inclina avanti e indietro. Utilizzato nelle camere da letto o nelle sartorie, in quanto permette all’intera figura di specchiarsi, ha dei piedi, di varia foggia, che poggiano sul pavimento.
Si chiama Psiche probabilmente per il mito narrato da Apuleio, e contenuto nelle sue Metamorfosi, in cui “Psiche“, protagonista della storia con Amore, è una donna bellissima il cui nome significa “Anima“. D’altronde, riflettendo, lo specchio è una porta sull’inconscio che si rivela. La “Psiche“, nella sua funzione di specchio, è come se ci invitasse a guardarci, una sorta di psicanalisi autocondotta e, ovviamente, metaforica.
In voga nell’800 sia nelle versioni da terra, che in quelle da tavolo, questo elegante complemento d’arredo, chiamato in Inghilterra “Cheval Glass” o “Cheval Mirrorr“, raggiunse l’apice del successo nella Francia del periodo imperiale. Uno dei tipi di Psiche francesi più famosi e pregiati è quello realizzato da Jacob su disegno di Percier e, attualmente, conservato nel Castello di Compiègne.
Ritorniamo sul perché sia stata chiamata “Psiche“: un’altra spiegazione ci conduce alla “Legge dello specchio” per cui ciò che è all’esterno riflette ciò che è all’interno attraverso una connessione che, spesso, da dormienti, ci sfugge. Come ne “La Ragazza davanti allo specchio”, Girl before a Mirror, di Pablo Picasso, guardarsi allo specchio non è solo attenzione alla propria immagine, non è solo “vanitas vanitatum et omnia vanitas“, ma un’antichissima tecnica utilizzata dagli sciamani dell’America Centrale e dell’Asia Nord Orientale per aiutare a “vedere il mondo”. Il termine “panaptu”, indicante lo specchio, ha origine, infatti, dalla parola “pana” che significa “anima”, con più precisione “Anima-ombra”. Ed ecco, quindi, che mondi lontani, come quello di Apuleio e dello Sciamanesino, vedono nello specchio la stessa funzione.
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/SWDI1-00172/
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