Scarpa

produzione lombarda

Scarpa

Descrizione

Ambito culturale: produzione lombarda

Cronologia: ca. 1950 - ca. 1970

Tipologia: abbigliamento

Materia e tecnica: pelle; cuoio

Misure: 8 cm x 25 cm x 14 cm

Descrizione: Elegante paio di scarpe femminili col tacco, n. 38, in pelle color rosa e cuoio.

Notizie storico-critiche: Per tanto tempo Varese è stata la patria delle famose scarpe, che la storia ha lasciato impresso il marchio fino ai nostri giorni.
In realtà dagli anni Ottanta del '900 a Varese le scarpe DiVarese non vengono più prodotte. La crisi di quegli anni non aveva risparmiato neppure la storica industria. L'intera provincia a quell'epoca, per reggere alla grave crisi economica e all'abbassamento dei consumi, strutturò la propria produzione in una sorta di multidistretto, dove metalmeccanico, tessile, lavorazione della gomma-plastica e chimico-farmaceutico diventarono i settori predominanti e trainanti.
Ma nella storia della scarpa il marchio "DiVarese" non è mai scomparso. Forse proprio perché della storia è entrato a far parte. Una storia che inizia quando la gente ancora calzava zoccoli di legno, quando le scarpe cucite erano un lusso riservato solo a pochi. Era la fine dell'Ottocento quando Santino Trolli e il figlio Luigi fondarono a Varese la "Premiata Manifattura Tomaie Giunte": era tra le prime fabbriche di produzione in serie, con i primi esemplari di macchine per cucire le pelli. Fu subito un successo, tanto che nel 1880 le scarpe varesine arrivano sino alla mostra internazionale di Melburne in Australia. L'azienda allora si ingrandì, modernizzò i sistemi di lavorazione, le cucitrici arrivarono a quota 50 con una produzione media giornaliera di 1.500 paia di scarpe. Presto alla produzione si affiancò una rete commerciale che fece conoscere l'eccezionale qualità del prodotto ai consumatori. Scelta che si rivelò particolarmente felice, perché molto rapidamente rese riconoscibile in tutta Italia prima, e nel mondo poi, la scarpa di Varese come la scarpa italiana simbolo di qualità: si stava creando il marchio DiVarese. La crescita della popolarità delle scarpe varesine divenne direttamente proporzionale al trascorrere del tempo e al numero di piedi che calzavano quella che era ormai considerata "la scarpa italiana". Dopo la prima guerra mondiale il Calzaturificio era già presente nelle fascinose vie dello shopping di Milano, dove in piazza Mercanti nacque il primo negozio con l'insegna "Calzaturificio di Varese", insegna che comparve subito dopo a Genova, a Bologna, a Torino e via via in tutt'Italia. Venne la seconda guerra mondiale: i colpi furono duri per tutti, ma anche questa volta il Calzaturificio seppe sopportarli, rimanendo al passo coi tempi, aggiornando le tecnologie, addirittura espandendo la fabbrica e aprendo altri trenta punti vendita. Nel 1968, anno culmine per lo sviluppo, il Calzaturificio abbandonò la sede storica di Via Milano per spostarsi nei nuovi stabilimenti di viale Belforte, sempre in Varese.
Erano le scarpe di Varese a dettare le tendenze del settore: tendenze, materiali, linee del tacco per le scarpe da donna ed eleganza dei mocassini da uomo erano le comete per ogni concorrente.
Tra gli anni Sessanta e Settanta, il Calzaturificio di Varese era la più grande organizzazione italiana nel suo settore: venivano prodotte e vendute un milione di paia l'anno in 60 negozi sparsi in tutt'Italia.
Poi venne la grave crisi degli anni Ottanta, che portò l'azzeramento dei consumi e il crollo dell'economia. E stavolta neppure l'industria varesina fu risparmiata. Ma il marchio "DiVarese" era entrato nella storia. La proprietà fu rilevata dal Gruppo Benetton e successivamente dai fratelli Enzo e Vittorio Schillaci.
I due fratelli Schillaci riportano in vita le scarpe che la storia l'hanno scritta, con la volontà e la determinazione di rilanciare il marchio nella sua città natale. L'avventura allora ricomincia ancora da Varese, nella nuova sede di via Peschiera 76: 1.800 metri quadrati disposti su tre piani, 700 destinati ai reparti di produzione, altri 700 agli uffici e allo showroom e 400 per lo spaccio aziendale. La distribuzione della nuova produzione avverrà tramite la rete vendita propria e quella in franchising e sarà improntata alla valorizzazione dell'artigianato di qualità. Per la produzione varesina delle scarpe, un ritorno al futuro.
Ma purtroppo anche questo sforzo per tenere vivo il Calzaturificio di Varese fallisce e passa al gruppo Coin fino ad arrivare in tempi recenti alla chiusura definitiva dell'azienda.
segue in "Annotazioni"

Collocazione

Morazzone (VA), Casa Macchi

Credits

Compilazione: Basilico, Andrea (2024)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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