Venere e amorino

ambito Italia settentrionale

Venere e amorino

Descrizione

Ambito culturale: ambito Italia settentrionale

Cronologia: post 1601 - ante 1699

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: carta / matita rossa

Misure: 168 mm x 236 mm (intero)

Descrizione: La sensuale dea è rappresentata seminuda, seduta sopra un oggetto non ben definito poiché coperto da un panneggio. I capelli sono raccolti intorno alla nuca. Amore, dolcemente poggiato sopra le sue gambe, ha lo sguardo rivolto verso il basso.

Notizie storico-critiche: L' opera risulta attribuita prima dal Malaspina e poi dal Soriga a Bartolomeo Schedoni, pittore modenese del Seicento. Della sua formazione artistica non vi è alcuna notizia certa, se non quale documentazione epistolare. Probabilmente la sua prima formazione avviene nella bottega del padre, anch'essi pittore di professione, attivo prevalentemente a Parma, dove è documentata la bottega alla fine del Cinquecento. Qui fu notato dal duca Ranuccio Farnese che lo raccomandò a Zuccari, allora principe dell'Accademia romana di San Luca. Le informazioni provengono direttamente da Zuccari che scrive al duca «giovane spiritoso e desideroso d'imparare pittura, essendomi [...] commesso a nome di V. A. S. ma ch'io lo tenessi in casa, et insegnassi la profession mia, sì come faceva con'ogni amore [...] mentre io mi godeva potere così tirare avanti il detto Giovane, si è amalato e di malatia che accenna lunghezza, per consiglio de' medici si è risoluto mutar aria, e tornare alla sua Patria, e se bene io l'ho governato, e fatto governare con ogni diligentia, tuttavia il Paese nativo, e la paterna, e materna cura harrà più forza a restituirli la Sanità».
(A. Ronchini, Federico Zuccari, 1869, pp. 1-8).
Non esiste alcuna documentazione circa la sua formazione presso un maestro affermato, difatti la critica ha ipotizzato un apprendistato presso un pittore fiammingo, attivo a Parma, Giovanni Soens, o anche dei Carracci, ma ciò pare escluso sia dal Malvasia che dal Lanzi.
Stilisticamente l'opera richiama la maniera di Giovanni Stefano Danedi detto il Montalto (1612-1690) pittore formatosi nel panorama culturale lombardo seicentesco e fortemente influenzato dal Morazzone, Cerano, dai fratelli Procaccini, e Nuvolone.

Collocazione

Pavia (PV), Musei Civici di Pavia

Credits

Compilazione: Greco, Maria Olga Caterina (2021)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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