Croce
Bosio, Giacomo Antonio
Descrizione
Autore: Bosio, Giacomo Antonio (1722-1798), esecutore
Cronologia: 1774
Tipologia: arredi liturgici e suppellettile ecclesiastica
Materia e tecnica: legno; argento / sbalzo, cesellatura, doratura; bronzo / doratura
Misure: 47.5 cm x 6 cm x 110 cm
Descrizione: La spessa lamina d’argento della croce astile, sbalzata e cesellata, è applicata su una struttura lignea di sezione rettangolare e reca sui lati minori la scritta incisa in corsivo “CASTRIGOFREDI 1774 / S. ERASMI ET S. CATHERINAE”. All’incrocio dei bracci è fissata la figura a tutto tondo del Crocifisso in bronzo dorato; teste di cherubini emergono dal centro dei terminali; raggi spezzati come fuoco d’artificio circondano l’incrocio dei bracci; il nodo ad anfora su cui è impostato il montante della croce sembra esplodere per l’apparire del monogramma raggiato di Cristo (IHS). La croce è bidimensionale e nella parte posteriore ripete puntualmente lo spettacolare disegno decorativo; anche nella parte inferiore dove la croce si prolunga nel tubo per accogliere l’asta, l’ornato fitomorfo segna la materia. Presenta tre punzoni secondo il sistema per la certificazione degli argenti: quello della bottega all’insegna dell’Aquila; il Sacro Vaso in cornice rettangolare, SIC (Sanguis Iesus Christi) in crescente lunare. Questi due bolli di garanzia pubblica della lega caratterizzarono la produzione degli argenti mantovani fino alle riforme napoleoniche.
Notizie storico-critiche: La paternità della croce astile all’orafo mantovano Giacomo Antonio Bosio è attestata dal punzone della bottega all’insegna dell’Aquila. Nato a Mantova nel 1722, figlio dell’orafo Carlo, ricoprì cariche importanti nella Corporazione degli orefici. Nel 1764 fu nominato prevosto e per diversi anni assunse la carica di massaro. Nel 1792 fu Delegato per l’Arte in sostituzione di Giovanni Bellavite. Il 30 agosto 1787 dichiara di aver bottega a Mantova nella contrada degli Orefici al civico 2607, di avere due lavoranti e due garzoni e di avere adottato il punzone del padre con il simbolo dell’Aquila. Nell’inventario della prepositurale di Castel Goffredo datato 1781, tra gli oggetti mobili della chiesa, è elencata anche questa croce astile d’argento del peso di 78 once (ca. 2,250 kg) eseguita nel 1774 a spese dei fedeli per onorare ed adornare l’antico altare di Santa Caterina. A Castel Goffredo la comunità dei fedeli doveva infatti curare il decoro degli altari e sovvenire alle necessità dei medesimi. Tale dovere era ricordato anche nell’inventario degli arredi della chiesa redatto nel 1762. La grande croce appartiene a quella ricca serie di arredi liturgici sontuosi che si avvalgono del rigoglioso linguaggio rocaille per una forte esaltazione del Sacro. La preziosa materia si piega, si arriccia, si gonfia, si distende in soluzioni volumetriche e decorative che plasmano ogni singola parte.
Collocazione
Castel Goffredo (MN), MAST Castel Goffredo - museo della Città
Credits
Compilazione: Freddi, Ivana (1976)
Aggiornamento: D'Attoma, Barbara (2024)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/SWFJ1-00019/
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