Credenza con alzata

ambito mantovano

Credenza con alzata

Descrizione

Ambito culturale: ambito mantovano

Cronologia: post 1700 - ante 1710post 1740 - ante 1760post 1690 - ante 1710

Tipologia: arredi e suppellettili

Materia e tecnica: legno di abete / intaglio; legno di noce massello / intaglio; cuoio / pittura

Misure: 133 cm x 70 cm x 106 cm (credenza); 132 cm x 43 cm x 73 cm (alzata)

Descrizione: Il mobile risulta dalla sovrapposizione incongrua di un’alzata in massello di noce e una credenza in abete rivestita in cuoio lavorato e dipinto. È possibile che il motivo principale di questo inconsueto “marriage” sia la quasi perfetta coincidenza della misura della lunghezza dei due corpi. La credenza è realizzata in legno di noce, presenta due ante nella parte anteriore, poggia su una cornice continua e il cappello è modanato. Le ante e i fianchi sono rivestiti in cuoio lavorato e dipinto. La decorazione centrale si articola orizzontalmente in grandi infiorescenze a struttura speculare in un tripudio trionfale di grandi fiori e foglie stilizzate. Nel frammento di cuio che riveste l’anta destra è raffigurato Sant’Antonio da Padova stante che sostiene Gesù Bambino e un libro con il braccio sinistro mentre con la mano destra impugna uno stelo su cui fioriscono quattro gigli (simbolo di castità). Il Santo appoggia i piedi su un ripiano dipinto. L'alzata presenta due ante scandite da tre lesene con una cimasa intagliata a volute che si raccolgono al centro in un motivo fogliato. Le lesene sono decorate da una stretta formella mistilinea a rilievo posta in verticale.

Notizie storico-critiche: Negli inventari parrocchiali è citata una credenza in legno di abete costruita in modo molto elementare e priva di veri e propri connotati. In base a queste considerazioni è possibile datare genericamente il mobile all’inizio del Settecento. Lo stesso è invece citato più volte con diverse definizioni soprattutto per il suo rivestimento. L’inventario del 1757 elenca una credenza nel presbiterio della prepositurale di Sant’Erasmo; quello del 1781 e i successivi redatti sotto il prevosto don Costantino Coppini (1780-1805) citano per la prima volta una credenza “coperta di corame”, altra definizione di cuoio lavorato e destinato alle guarnizioni. L’inventario denominato Anonimo II cita “una credenza con suo gradino fodrata in bazzana (ossia pelle di montone o pecora conciata e usata per imitare la pergamena) lavorata” e la colloca “in cornu evangeli”, quindi nel presbiterio. L’inventario del 1805, oltre a informare che la credenza contiene gli oggetti di pertinenza dell’altare maggiore, precisa che il corame che la ricopre è “indorato”; infine quello del 1891 indica in chiesa una “Credenza con rialzo in legno rivestito di cuoio dipinto”. La descrizione più circostanziata è quella fornita dal primo inventario storico-artistico del 1935 che riporta “Armadio con due sportelli per servizio della messa, ricoperto di cuoio stampato e dipinto con motivi floreali su fondo rosso” collocato nel presbiterio a destra dell’altare maggiore. Nella descrizione si legge inoltre che il mobile non ha particolari caratteristiche e che, probabilmente, il cuoio proviene da un paliotto da altare databile tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento, trovando confronto con uno assai simile che si conserva nella cappella della Disciplina a Redondesco (Mn). Fino alla fine dell’Ottocento gli inventari parlano riferendosi alla credenza, anche della presenza di un ‘rialzo’ o ‘gradino’ e difatti solo di recente è stata trovata nel nei magazzini della prepositurale una piccola alzata a forma di gradino rivestita di pelle decorata dello stesso tipo presente sui fianchi della credenza. Fino al 2008 l'alzata trovava collocazione sopra una credenza rivestita in cuoio. È possibile che il motivo principale di questo inconsueto “marriage” sia la quasi perfetta coincidenza della misura della lunghezza dei due corpi, databili a due periodi distinti del XVIII.

Collocazione

Castel Goffredo (MN), MAST Castel Goffredo - museo della Città

Credits

Compilazione: D'Attoma, Barbara (2024)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).