Palude
Perina, Giulio
Descrizione
Identificazione: paesaggio con alberi
Autore: Perina, Giulio (1907-1985), pittore
Cronologia: post 1968
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: compensato / pittura a olio; legno / doratura, modanatura
Misure: 67,5 cm x 40,5 cm (dipinto); 77,4 cm x 51 cm (cornice)
Descrizione: Dipinto a olio su compensato con cornice dorata e modanata. Opera di forma rettangolare.
Notizie storico-critiche: Nel 1931 Giulio Perina ottiene la prima affermazione alla I Quadriennale di Roma e alla Mostra d'Arte Sacra di Padova, grazie ai suoi dipinti che denunciano la meditazione sull'Impressionismo e sulle modalità di riproposizione del reale affrontate dal post-impressionismo. Per questa propensione a interrogarsi Perina si allinea alla tensione pratica e teorica del gruppo "Novecento" di Bini. "Novecento a Mantova ha essenzialmente significato modernità di vedere e di sentire: Perina, insieme con Bini, ne è stato forse l'espressione più alta, per la costanza e la lungimiranza speculative. (...) Già dal 1933 ha contatti col nascente polo chiarista castiglionese, pure in relazione con gli artisti che stavano per dare vita a Corrente e lo stesso Perina dal 1936 ha rapporti con Birolli, condividendone l'interesse per Cézanne, ma anche per l'espressionismo e il sintetismo cubista. (...) Dopo un'interruzione operativa coincidente con gli anni di guerra, Perina, in consonanza con gli artisti di Corrente, riprende a dipingere il paesaggio e una serie di Nudi, ottenendo nel 1947 un lusinghiero apprezzamento da Francesco Arcangeli che, invitandolo a liberarsi dagli impasti troppo sensuali di colore, gli profetizza qualche canto di non breve respiro. (...) La produzione degli anni Cinquanta pare così attuare la profezia di Arcangeli, dispiegando una teoria di paesaggi dai colori puri, diluiti al punto da tradire tutta la felicità e libertà del gesto di stesura, limitata solo dall'obbedienza a Cézanne. Queste opere caratterizzano il periodo cosiddetto fauve del pittore, che si protrae fin verso il 1957, quando gli stessi soggetti assumono colori più impastati e allentano la nitidezza della struttura. La sperimentazione, mai interrotta dall'artista, lo avvia sulla linea naturalistica informale, che gli fa registrare il corso delle stagini sulle colline, accostandolo specialmente a Morlotti" [Casarin R., "Giulio Perina", in "Arte a Mantova. 1950-1999", Mantova 2000, p. 513].
Collezione: Collezioni civiche del Museo di Palazzo Te
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/SWM01-00077/
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