Croce processionale

bottega milanese

Croce processionale

Descrizione

Identificazione: Tetramorfo con pellicano

Ambito culturale: bottega milanese

Cronologia: ca. 1500 - ca. 1510

Tipologia: arredi liturgici e suppellettile ecclesiastica

Materia e tecnica: argento / doratura; argento / sbalzo; argento / filigrana; legno

Misure: 49 cm x 3 cm x 92 cm (intero)

Descrizione: La croce raffigura sul recto nei terminali lobati del braccio orizzontale i simboli degli evangelisti Marco, leone alato, e Luca, il bue, mentre in quelle del braccio verticale superiormente risultano il Pellicano mistico e il simbolo dell'Evangelista Giovanni, cioè l'aquila; al centro si nota il Cristo crocefisso. Sul verso, nelle formelle del braccio orizzontale, sono invece collocate le rappresentazioni di Giovanni evangelista e di Maria, in quelle del braccio verticale dell'evangelista Matteo e della Maddalena; al centro è posta l'Incoronazione della Vergine. Nelle sei nicchie del nodo architettonico sono ospitate sei raffigurazioni a tutto tondo in argento dorato (san Paolo, un vescovo forse san Bassiano, santa Caterina d'Alessandria, san Giovanni Battista, san Pietro, sant'Antonio abate). I bracci sono percorsi da un delicato lavoro 'a candelabra', reso 'a giorno'; i profili recano una successione di mascheroni e delfini

Notizie storico-critiche: La croce processionale, citata genericamente nel testo manoscritto del lodigiano Cernuscolo (1642, c. 12v), è stata identificata dalla critica in quella eseguita da "Bartolomeo e fratelli Rocchi orefici di Milano" per il costo complessivo di L. 1571. In realtà la voce è troppo generica e non contiene nessun elemento descrittivo utile per supportare tale identificazione, non confermata neppure nelle note inventariali successive; inoltre lo stesso Cernuscolo conferma che nel 1504 viene commissionata una "Croce d'argento per la chiesa" all'orefice milanese Bassiano Gariboldi, maestro di non irrilevante fama. La croce, che dovette subire nel tempo numerosi rimaneggiamenti (come denunciano fori e posizionamento delle raffigurazioni), si pone per la sua qualità come punto nodale nella storia dell'arte orafa lombardati: slisticamente il Cristo crocefisso rinvia a modi tra i Solari e il giovane Bambaia, la Vergine Addolorata evoca la placchetta con Lucrezia assegnata al primo quarto del XVI secolo e accostata ai modi del misterioso autore detto 'Moderno', entro un generale orientamento che guida a esperienze plastiche quali il monumento a Lancino Curzio (Milano, Museo d'Arte Antica del Castello Sforzesco), prima prova del Bambaia insieme a Cristoforo Lombardi, commissionato nel 1512. Il formulario iconografico degli ornati 'a giorno' che decorano i bracci e di quelli che corrono lungo le profilature, desunto dai repertori ornamentali diffusi tramite incisioni, omaggia la decorazione a grottesche romana, introdotta nell'Incoronata con la tavola del Bergognone raffigurante la Presentazione al Tempio. L'iscrizione è stata sciolta da Oleg Zastrow in: SA(nctus) BA(ssianus), vescovo patrono di Lodi. Il bastone sostituì nel XVII quello originario, usurato.

Collocazione

Lodi (LO), Tempio civico dell'Incoronata. Museo dell'Incoronata

Credits

Compilazione: Faraoni, Monja (2013)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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