Dipinto
Hayez, Francesco (esecutore)
Descrizione
Identificazione: Ritratto di Teresa Zumali Marisili col figlio Giuseppe
Autore: Hayez, Francesco (esecutore) (1791/ 1882), esecutore
Cronologia: ca. 1833
Tipologia: ceramiche
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 100 cm x 135 cm (intero); 134.5 cm x 170 cm (intero con cornice)
Descrizione: Su uno sfondo neutro Francesco Hayez ha dipinto seduti su una poltrona dai braccioli a ricciolo e in posizione di tre quarti, la contessa Teresa Zumali Marsili e suo figlio Giuseppe, in realtà morto l'anno precedente, come allude la vestina nera e il pallido colorito. La donna, dall'intensa espressione, indossa un meraviglioso abito rosso profilato di pizzo allo scollo, colore che mette in risalto il candore della pelle e i cappelli scuri, raccolti in una elegante pettinatura a riccioli. Un solo gioiello: gli orecchini neri pendenti.
Notizie storico-critiche: Poche sono le notizie biografiche su Teresa, figlia dei conti Marsili di Bologna, sino al 1818 quando andò in sposa al conte Gian Giuseppe Zumali di Lodi che nel 1829 la lasciò vedova e in attesa di un figlio, Giuseppe, morto nel marzo 1832. La nobildonna nel 1834 si unì in secondo nozze col dottor Francesco Cavezzali, anch'egli di Lodi, ma si spense nel settembre dello stesso anno. Erede del vasto patrimonio del conte Giuseppe, donna Teresa, prima di sposarsi con il Cavezzali, destinò una annualità perpetua di 2000 lire milanesi all'Ospedale Fissiraga. Per onorare le spoglie del marito Zumali e del figlio, la nobildonna aveva commissionato al Palagi il disegno di un monumento funebre, eseguito in marmo dal Manfredini e poi collocato nella chiesa fatta costruire dal Cavezzali a partire dal 1836. Nella tela hayeziana prevale una impostazion nobile e composta, infranta dalla strordinaria accensione dell'abito rosso, anche se la sobrietà della figura pone in risalto la presenza infantile che, nella singolarità della posa e nella complessa austerità della figurazione, sembra assimilare il gruppo a quello sacrale di una Madonna col Bambino, tanto più considerando il sottile richiamo al manierismo, specie emiliano, che impronta questa immagine.
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