Stalli del coro

Capra, Brandimarte (attribuito)

Stalli del coro

Descrizione

Identificazione: Storie di san Gerolamo

Autore: Capra, Brandimarte (attribuito) (notizie sec. XVI), esecutore

Cronologia: ca. 1590

Tipologia: arredi liturgici e suppellettile ecclesiastica

Materia e tecnica: legno / pittura; legno / scultura

Descrizione: Coro ligneo formato da un tetto aggettante posto sopra gli stalli, chiuso da una sottile cornice a dentelli e piccoli rosoncini; nel capocielo sono presenti rosoni di maggiore ampiezza. Fra un postergale e l'altro vi sono delle cariatidi intagliate ad alto rilievo con busto scoperto dalla muscolatura evidente, tranne il seno schermato da due volute a ricciolo raccordate fra loro da piccole foglie che si ampliano inferiormente in quelle di acanto sino a ridursi a semplice rastrematura verso il basso. Alle spalle le ali. Sono sormontate da teste di cherubini dai tratti più appesantiti come il naso dalla base larga e schiacciata o gli occhi con le palpebre accentuate e un piccolo ricciolo sulla fronte. La seduta presenta parti a intaglio a carattere seriale che inquadrano raffinati giochi geometrici con essenze diverse. I pannelli dei postergali alternano, a cominciare da sinistra, specchiature con motivi a girali corredati da animali reali o mostruosi, grifoni, satiri, putti, figure maschili e femminili, disposti simmetricamente e dipinti a tempera dorata con lumeggiature bianche o ombre marroni. Alternati a questi gli episodi che raccontano la Vita di san Girolamo.

Notizie storico-critiche: L'importante coro ligneo conservato nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo ad Ospedaletto reca nella tredicesima specchiatura le iniziali dell'autore, "BC" e la data 1590. Gli schienali degli stalli presentano una decorazione che alterna girali popolati da mostri o figure a quelli con episodi tratti dalla Vita di san Girolamo, stilisticamente rivelatrici di un orientamento verso le maestranze cremonesi attive nella chiesa di San Sigismondo, in particolare la famiglia Capra; ipotesi sostenibile attraverso i documenti, in modo particolare con quanto redatto nella Convenzione tra i fabbriceri della chiesa abbaziale cremonese e Maestro Domenico Capra in cui si chiese che il coro di San Sigismondo "sia conforme" a quello di Ospedaletto. E' quindi probabile ritenere il Maestro autore degli intagli e della struttura del coro, mentre sembra essere plausibile che il figlio Brandimarte si sia occupato dei decori pittorici, ottendo un'opera piuttosto complessa rispetto a quella di Cremona poichè all'intaglio e intarsio si accosta anche la parte pittorica. Il linguaggio di Brandimarte sembra essere influenzato sia da Bernardino Campi per la descrizione minuziosa dei particolari sia da Antonio Campi nelle insistite muscolature, nei bagliori improvvisi che accendono le scene monocrome. Sostanzialmente un'adesione alla maniera cremonese, reinterpretata personalmente alla quale non sembrano estranee influenze del mondo nordico nei tratti marcati dei pesonaggi, forse conosciute con la circolazione delle stampe. Al centro del coro rimane, infine, il pregevole letturino eseguito nel 1690 e ffirmato "G.L.S.F", caratterizzato da intagli accentuati nelle specchiature, angoli animati da piccole sculture a tutto tondo che sostengono capitelli di invenzione con volute ioniche e foglie d'acanto, la base tortile arricchita da fiori e frutti.

Collocazione

Ospedaletto Lodigiano (LO), Chiesa dei SS. Pietro e Paolo

Credits

Compilazione: Faraoni, Monja (2014)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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