Evangelisti e allegorie dei Temperamenti
Maestro dei Quattro Elementi (esecutore); Maestro della tomba Fissiraga; Maestro di San Bassiano; Maestro di Ada Negri; Maestro delle Storie di Santa Caterina
Descrizione
Autore: Maestro dei Quattro Elementi (esecutore) (notizie sec. XIV prima metà), esecutore; Maestro della tomba Fissiraga (notizie sec. XIV prima metà), esecutore; Maestro di San Bassiano (notizie 1321-1328), esecutore; Maestro di Ada Negri (notizie sec. XIV seconda metà), esecutore; Maestro delle Storie di Santa Caterina (notizie sec. XIV seconda metà), esecutore
Ambito culturale: ambito lombardo
Cronologia: ca. 1304 - ante 1411
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: malta / pittura
Descrizione: Chiesa a pianta a croce latina con due navate laterali a campata quadrata, coperte da voltine a crociera, e quattro campate centrali della stessa forma con costolone tondo modulate da archi a sesto acuto su pilastri di cotto. Nel transetto di affacciano quattro cappelle, due per lato, sorte in contemporanea alla chiesa, voluta verso la fine degli anni Ottanta del Duecento dal nobile e guelfo Antonio Fissiraga per ospitarvi i Francescani Minori Conventuali, poi sostituiti dagli Osservanti nel 1527 che apportano ampliamenti e riparazioni entro settembre 1571, anno della conclusione di lavori. Dal 1304 sino alla fine del secolo la chiesa viene decorata a cominciare dalle volte verso la controfacciata con stelle e rosette, per ospitare interventi più complessi e raffinati vicino al presbiterio o nel transetto, in cui compaiono riferimenti alla cultura giottesca della cappella degli Scrovegni, cultura giottesca ben illustrata dalla Crocifissione del primo pilastro a destra. Un forte cambiamento stilistico si deve al Maestro di Ada Negri e a quello delle Storie di Santa Caterina, che esprimo una raffinata cultura tardogotica a partire dalla fine del XIV secolo.
Notizie storico-critiche: Entro il 1304 dovrebbe essere completata la decorazione ad affresco delle volte: da quelle più semplici a fondo bianco con stelle commiste a fiori o rosette sino ad arrivare a quelle laterali del presbiterio con sfondo blu su cui spiccano stelle dorate e al centro il "tetto a padiglione" multicolore, dipinto come fosse un tessuto pieghettato, motivo decorativo derivante dalla pittura paleocristiana. La volta centrale del presbiterio quale opera del Maestro dei Quattro Elementi, gli Evangelisti sormonati dal proprio simbolo e affiancati da piccole figurette a monocromo rraffiguranti un "Elemento" e un "Temperamento" secondo il seguente schema: San Matteo, Acqua e Flemma; San Marco, Aria e Sangue; San Giovanni, Fuoco e Collera; San Luca, Terra e Melanconia. L'artista, nonostante eviti formule ripetitive e schematiche sia nell'aspetto decorativo dei troni sia in quello più impegnativo dei volti, indagati minuziosamente, mostra qualche incertezza nelle costruzioni anatomiche e nell'ambientazione spaziale, che diviene più certa nella volta con i Dottori della Chiesa, animata da una straordinaria decorazione a "tetto a padiglione" con le quattro vele profilate da una colonnina tortile, che ricorda le Storie francescane di Assisi. La maggior saldezza volumetrica delle figure porta a datare l'affresco entro il 1315-1316. Poco dopo è attivo nella chiesa il Maestro della tomba Fissiraga, autore del celeberrimo affresco posto sopra la tomba del committente, ma anche di una raffinata Madonna col Bambino posta nella navata destra tra la sesta e la settimana campata, e connotata da grande eleganza nelle variazione dei bianchi e ocra, evidenziando punti di contatto con l'arte dell'Italia centrale, soprattutto l'Umbria e la Toscana. Il suo probabile allievo, il Maestro di San Bassiano, è rintracciabile nel Battesimo di Cristo (VI pilastro a destra), in cui appaiono evidenti gli elementi bizantini, la posizione rigida e frontale, con il fiume Giordano tratteggiato come fosse una piccola "montagna" in cui guizzano i pesci coprenti le nudità di Cristo. L'affresco che costituisce però la sua opera più imporante è sicuramente il Funerale di Antonio Fissiraga, databile al 1327 anno della morte del Signore di Lodi, e posto sotto la sua tomba. Una duplice fila di frati francescani reggono le torcie, mentre il Fissiraga, che indossa il saio, è disteso sul catafalco coperto da un lenzuolo funebre decorato con lo stemma della famiglia. Si possono riferire alla mano di questo Maestro anche il San Nicola e un devoto, le Stigmate di San Francesco (IV pilastro a sinistra) e altri dipinti murali. Al quarto decennio del Trecento risale la Crocifissione (I pilastro a destra), in cui spiccano elementi giotteschi come la mano di San Giovanni accostata al viso che riprende il Crocifisso di Giotto della cappella degli Scrovegni o il lacerto con lo stesso tema conservato nella chiesa di S. Gottardo in corte a Milano, o il luminoso e trasperante perizoma di Gesù, ma soprattutto l'impostazione spaziale. Una svolta radicale nella decorazione pittorica della chiesa avviene a partire dagli anni Ottanta del Trecento ad opera di due raffinati Maestri tardogotici, quello di Ada Negri e quello delle Storie di Santa Caterina. Il primo maestro lega il suo nome a quello della poetessa lodigiana Ada Negri e alla straordinaria Madonna col Bambino (II pilastro a destra), dall'elegante abito di ermellino, i capelli biondi e ondulati divisi da una scriminiatura centrale, le mani lunghe: una sorta miniatura ingrandita come suggeriscono anche i colori utilizzati. Contemporaneamente dovrebbe essere attivo il secondo Maestro, il cui capolavoro è costituito dal Matrimonio mistico di Santa Caterina d'Alessandria, affrescato sopra la cappella di San Bernardino, nella navata destra. All'interno di una mandorla dorata e raggiata retta da angeli, vi sono la Madonna con il Bambino, dalla elegante e raffinata vestina, mentre porge l'annello alla santa di cui rimane solo il braccio. La preziosità dei pigmenti, come l'azzurro e l'oro, le figure allungate e senza peso, l'uso dei punzoni nelle aureole, ne fanno un'opera magistrale che rivela puntuali contatti con le miniature che decorano volume Lat. 757, conservato nella Biblioteca Nazionale di Francia. Al Maestro delle Storie di Santa Caterina si devono le numerose Madonne col Bambino sui pilastri della chiesa, l'altro Matrimonio mistico sulla parete sinistra, diverse sante tra cui spicca Sant'Elena, madre di Costantino, identificata dalla croce, ma dipinta come una nobildonna dall'abito prezioso sormontato dal manto rosa, con un tocco di bravura nella resa trasparente del velo trattenuto sul capo dalla corona. Chiude il secolo il Maestro del Libro d'Ore di Modena, che affresca la cappella Comazzi Cipelli (IV campata, navata destra), con una straordinaria Annunciazione, una Madonna in trono col Bambino e santi, mentre gli Evangelisti, dai troni fiammeggianti nei dettaglia architettonici, concludono l'intervento.
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