Immacolata Concezione con San Francesco, San Bonaventura e un donatore
Soncino
Descrizione
Autore: Soncino (notizie sec. XVI), esecutore
Ambito culturale: ambito lombardo
Cronologia: ca. 1520 - ca. 1599
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: malta / pittura
Descrizione: Il Cinquecento si apre con gli affeschi di Francesco Carminati detto il Soncino: la cappella della Trasfigurazione, il San Giovanni Battista con un donatore e San Francesco posto nella terza campata destra, e, nella campata precedente, una grandiosa Immacolata Concezione con San Francesco, San Bonaventura e un donatore, incorniciato da due lesene dipinte con motivi a candelabra con strumenti musicali e profilatura su fondo giallo con motivi fitomorfi intervallati da rosoncini. In alto nella mandorla lumonosa sorretta dagli angeli, appare la Vergine quale mulier amicta solis, indicata da San Francesco, mentre San Bonaventura protegge il committente. Le figure terrene si stagliano al di qua di una balaustra che si apre su un vasto paesaggio. Un anonimo artista affresca poi la cappella Vignati in controfacciata, come attesta lo stemma dipinto nella cornice marcapiano. Al centro la Madonna in trono col Bambino tra San Rocco e Sant'Antonio abate; nella parte superiore della stessa zona muraria rimane una Crocifissione tra la Vergine e San Giovanni, mentre a destra si trova il sepolcro di Aurelio De Lemene affrescato a grottesche, con Mosè e Davide e l'Annunciazione, con la plastica figura dell'angelo e la posa avvitata della Vergine, dalle delicate lumeggiature sull'abito.
Notizie storico-critiche: Il Cinquecento lodigiano è dominato, nella chiesa di San Francesco, dalla figura di Francesco Carminati detto il Soncino che oltre alla cappella Bonomi con la Trasfigurazione di Cristo, interviene in altre zone murarie evidenziando un linguaggio che nella pienezza delle forme e nella gestualità ampia e solenne, nell'articolazione spaziale e neii ricercati effetti luministici, rivela stretti rapporti con la tradizione bresciana, Moretto in particolare, probabilmente conosciuta tramite Callisto, rientrato da Brescia a Lodi nel 1529 o giù di li, dopo la morte dello zio Alberto. Si distaccano da questa prima campagna decorativa, le opere che sono presenti in controfacciata, sia la cappella Vignati sia la decorazione del sepolcro di Aurelio De Lemene, compiuto nel 1590, come si legge nell'iscrizione in parte rimasta. Quest'ultimo rivela, nelle figure di Mosè e Davide e nell'Annunciazione, una conoscenza della pittura bolognese, in modo particolare di Orazio Sammachini, filtrata attraverso la città di Cremona, dove lo stesso Sammachini sarà presente dal 1576 in Sant'Abbondio per affrescare la volta della navata.
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