Madonna in trono col Bambino tra San Nicola, San Francesco d'Assisi e il committente Antonio Fissiraga
Maestro della tomba Fissiraga
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Descrizione
Autore: Maestro della tomba Fissiraga (notizie sec. XIV prima metà), esecutore
Cronologia: ca. 1310 - ca. 1316
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: malta / pittura
Descrizione: All'interno di una cornice prospettica e bicroma è raffigurato un trono ligneo sormontato da una torretta verde con merlatura guelfa, due oculi con graticci; le cuspidi, decorate dai gattoni, racchiudono due monocromi: a sinistra un Santo eremita e centralmente San Giorgio che uccide il drago. Sotto il capocielo trapunto di stelle, siede la Madonna incoronata che regge il Bambino benedicente verso il committente Antonio Fissiraga che regge il modellino della chiesa e che indossa un'ampia guarnacca con collo di vaio, berretta con becchetto dello stesso colore e profilatura e ai calcagni gli speroni d'oro. Alle sue spalle il vescovo San Nicola e San Francesco d'Assisi che lo presenta alle figure sacre. Pende dall'architrave un uovo di struzzo.
Notizie storico-critiche: L'affresco, opera magistrale del Maestro della tomba Fissiraga rivela nelle figure allungate ed eleganti un orientamento di gusto pienamento gotico. Sono modellate con colori sfumati e racchiuse nell'umile scrigno del trono ligneo, possente nella struttura a edicola alleggertita dalla torretta traforata da oculi, mentre le cuspidi rivelano nell'uso del monocromo la conoscenza del ciclo dei Vizi e delle Virtù affrescato tra il 1303 e il 1305 da Giotto nella cappella degli Scrovegni a Padova. Allusione a questa decorazione è racchiusa anche nella figura di Antonio Fissiraga che dona il modellino della chiesa alla Vergine, diversa rispetto a quella odierna, così come Enrico dona la sua cappella alla Madonna della Carità. Il realistico uovo di struzzo che pende dall'architrave è forse memore della visione degli affreschi di Assisi e motivo già utilizzato in altre chiese francescane a testimonianza dell'Immacolata Concezione di Maria. Pur rivelando un linguaggio di matrice giottesca, il Maestro mostra qualche incertezza nella costruzione del trono ligneo, come il pilastrino tagliato per permettere di osservare nella sua completzza la scena dipinta. Il problema più dibattuto di questo affresco è la datazione, posta al 1327 dalla maggior parte degli studiosi, cioè al momento della morte di Antonio Fissiraga nelle carceri milanesi. Si deve a Boskovits l'ipotesi di considerare il 1327 come ante quem per l'opera, slegandola dalle sottostanti Esequie di Antonio Fissiraga del Maestro di San Bassiano, probabile allievo del Maestro della tomba Fissiraga. L'indagine sul dipinto fatta dalla scrivente, privo di qualsiasi documentazione, suggerisce un'altra possibile via, cioè che sia stato commisissionato dal Fissiraga stesso prima della sua prigionia milanese. Anche i dettagli della moda confortano questa ipotesi: il committente infatti indossa abiti che denotano non solo la sua estrazione sociale ma, soprattutto, la sua posizione di uomo libero, ulteriormente avvalorata dalla presenza degli speroni d'oro. La proposta di datazione, quindi, è quella di collocare l'esecuzione del dipinti murale fra il 1310 e il 1316 perr volontà del guelfo Signore di Lodi.
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/T0010-00229/
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