Polittico della Strage degli Innocenti
Piazza, Callisto (attribuito)
Descrizione
Identificazione: San Nabore e San Felice
Autore: Piazza, Callisto (attribuito) (1500-1561), esecutore
Cronologia: ca. 1529 - ca. 1533
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tavola / pittura a olio
Misure: 180 cm x 350 cm (intero)
Descrizione: Il grandioso polittico è diviso in due registri. In quello superiore, partendo da sinistra: San Michele Arcangelo che atterra il demonio; al centro la Madonna in trono col Bambino tra Santa Lucia, con gli occhi infilati nella spoletta e Maria Maddalena dai lunghi capelli e dalla pisside nella mano; a destra San Paolo, con la spada, e san Lorenzo con la graticola, simbolo del suo martirio. Il registro inferiore, da sinistra: i Santi Nabore e Felice, i primi santi martiri lodigiani, la Strage degli Innocenti con Erode sul fondo mentre assiste all'uccisione dei primogeniti; a destra San Gregorio Magno papa e, forse, il copatrono di Lodi, Sant'Alberto Quadrelli, identificabile dalla mitria e piviale vescovile.
Notizie storico-critiche: Il polittico venne commissionato dalla Scuola di San Paolo a Callisto Piazza, come pala per l'altare dedicato a Santa Lucia e allora posto nella navata di sinistra. L'opera era già stata iniziata dallo zio Alberto Piazza, e lasciato incompiuto, forse per la sua morte. Il polittico, insieme alle Storie del Battista nell'Incoronata di Lodi, rappresenta uno degli impegni più alti assunti da Callisto subito dopo il rientro a Lodi e anche dei più significativi per valutare la situazione figurativa ancora fortemente connessa a moduli della tradizione bresciana. L'organizzazione spaziale dell'ancona, con i santi accoppiati e costretti a fatica nel limite dello scomparto, si allinea alle scelte compisitive del polittico di Gardone, un testo fondamentale del Moretto intorno al 1530. Lo stesso legame con le opere eseguite da Callisto a Brescia è evidente nella Maddalena dello scomparto centrale superiore che nella definizione geometrica e compatta del volto rivela stringenti affinità con il San Giovanni Evangelista già nella collezione Salvadengo a Brescia. Riferimenti al Romanino sono visibili nella Madonna con il Bambino, mentre suggestioni diretta da Raffaello si ravvisano nella donna caduta in ginocchio nello scomparto della Strage, dove Callisto si appoggia per la composizione a una nota stampa di Marcantonio Raimondi, traendone liberamente alcuni spunti per la donna che fugge tenendo al petto il proprio figlio o nei corpi riversi a terra e orribilmente trafitti degli Innocenti. La tregedia è come raggelata e perpetua dall'artista nella teatralità dei gesti e degli sguardi bloccati nell'attimo di pathos più intenso; la stessa luce che spiove livida sul torso del carnefice e sulla donna caduta in ginocchio è una luce fredda che fa brillare di bagliori sinistri le spade dei soldati in un crescendo di azioni ed emozioni senza catarsi finale. Una sensibilità nordica nell'attenzione ai valori luministici rivela il bellissimo gruppo con le figure di fondo, appena toccate da deboli riverberi di luce e inserite nella penombra di una grande architettura. Di contro alla tragedia della Strage, i Santi laterali sembrano avvolti in un'aura di indifferente serenità, che forse si spiegherebbe ipotizzando l'intervento dei fratelli.
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
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