Tabernacolo
bottega lombarda
Descrizione
Identificazione: Cristo risorto
Ambito culturale: bottega lombarda
Cronologia: ca. 1495
Tipologia: oreficeria
Materia e tecnica: argento / fusione; argento / cesellatura; argento / doratura; smalto; corallo rosso
Misure: 39 cm x 128 cm (intero)
Descrizione: Il grande tabernacolo poggia con un piede mistilineo con doppio gradino, il primo ritmato da mascheroni, il secondo con specchiature includenti scene smaltate: la Lavanda dei piedi, Ultima Cena, Orazione dell'orto, Cattura di Cristo, Salita al Calvario, Crocifissione, intercalate da busti di Profeti ad altorilievo. Gli smalti proseguono verso il fusto (con Profeti e paesaggi), scorrendo sotto cornucopie d'argento dalle quali escono busti di angeli musicanti. Le facce del nodo esagonale ospitano riquadri con Profeti eseguiti a rilievo. Sul cornicione corrono sei putti a tutto tondo, con cornucopia conclusa da una sferetta di corallo e scudi rossi. Smaltate sono anche le sei volute che raccordano il fusto alla teca, dalle quali pendono festoni in argento e corallo. Il sotto-teca presenta sei scudi e dietro vi sono sei vescovi. Il tempietto esagonale reca aperture a tutto sesto delimitate da paraste su cui si stagliano le statuette a tutto tondo degli Apostoli, le altre sono sopra il cornicione. La cupola ha motivi vegetali sbalzati e la raffigurazione di santi e vescovi nei medaglioni, tra cui si riconosce San Bassiano. Nella lanterna è posta la rappresentazione a tutto tondo dell'Incoronazione della Vergine e sul cupolino Cristo risorto, ornato di delfini, opera di rifacimento.
Notizie storico-critiche: Donato dal vescovo Carlo Pallavicino (1456-1497) alla cattedrale di Lodi, questo straordinario capolavoro orafo si inserisce, secondo Paola Venturelli, entro la concezione fortemente lombarda di architettura ornata e scolpita, con un gusto per il colore e della decorazione che strutturano la materia e la modellano rendendo difficilmente scindibile l'apporto plastico da quello architettonico e coloristico, in un orientamento generale che punta alle facciate della cappella Colleoni di Bergamo e alla Certosa di Pavia. Il tempietto a pianta centrale sembra tenere conto dell'interno della chiesa dell'Incoronata di Lodi, sorta a partire dal 1488 su disegno di Giovanni Battaggio per volere dello stesso Pallavicino. Per quanto riguarda le statuette a tutto tondo d'argento con gli Apostoli, dall'acuto patetismo e dagli esiti spezzati e nervosi dei panneggi degli abiti, così come per i Profeti ad altorilievo, confermano l'orientamento verso i Mantegazza, mentre per gli smalti con la Passione di Cristo è visibile un'influenza di Giovan Pietro Birago della fase giovale rappresentata dai corali del duomo di Brescia. Gli smalti dei Profeti illustrano, invece, un orientamento padovano-ferrarese con riferimenti sia all'arte dei Mantegazza sia a quella di Butinone della tavoletta centrale della Crocifissione del Polittico di Treviglio.
Collezione: Collezione paramenti sacri e arredi liturigici Museo Diocesano d'Arte Sacra
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/T0010-00241/
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