Baldacchino
bottega lombarda
Descrizione
Identificazione: Agnello mistico
Ambito culturale: bottega lombarda
Cronologia: ca. 1495
Tipologia: arredi liturgici e suppellettile ecclesiastica
Materia e tecnica: tessuto / damascato; tessuto / ricamo in seta; tessuto / ricamo in argento; tessuto / ricamo in oro; perla bianca
Misure: 243 cm x 283 cm (intero)
Descrizione: Il baldacchino è costituito da un tessuto in damasco in filo d'argento dorato ritorno a "S" e in fili di seta gialli e rosa ritorni leggermente a "S". Il damasco è foderato con un tessuto di seta rossa in punto tela (non visibile). Ai quattro angoli sono stati ricamati gli Evangelisti, posti entro tondi formati da cornucopie i cui frutti sono realizzati con piccole perle di fiume. Ogni personaggio è accompagnato dal proprio attributo e sono tutti raffigurati seduti sul trono. Al centro "l'Agnus dei" di perle circondato da un festone ricamato parimenti di perle. I pendenti, cioè le quattro bande laterali, vengono descritti con groppi alla moresca e frangia sia verso l'interno sia verso l'esterno, dove compare anche San Bassiano e lo stemma del Pallavicino.
Notizie storico-critiche: Donato dal vescovo Carlo Pallavicino (1456-1497) alla cattedrale di Lodi,il prezioso manufatto si innesta nella produzione lombarda di ricami, in modo particolare quella legata alla corte sforzesca che nel 1493, in occasione della nasxcita del primogentito di Luodovico il Moro e Beatrice d'Este, produsse degli importanti ricami caratterizzati dal motivi dei "gruppi" (nodi) sia sulle vesti sia sui tessuti. Questi sono presenti anche sul bordo del baldacchino, il cui disegno è presumibile far risalire a questa data. Nel baldacchino si coglie il bagliore dell'oror e lo splendore delle perle che qui vengono impiegate a rappresentare figure naturali, il vello dell'agnello e i frutti delle cornucopie, il cui disegni e volume sono costruiti dalle linee di posa, dalla qualità lumionosa e dal corpo stesso della perla. Le parti colorate delle figure sono realizzate con una tecnica applicata nel parato di San Giovanni di Firenze, che VAsari definiva "punto serrato" e che l'uso moderno indica come "or nuè". Si compone di una stesura compatta a fili d'oro disposti orizzontalmente a ricoprire l'intero campo del ricamo, su cui i fili colorati si posano trasversalmente in varie frequenze. Dalla sapiente distribuzione dei punti trasversali, dalla loro lunghezza, dalla loro frequenza e dapercorsi nasce la definizione del disegni, dei volumi e dei profili; e il baluginare dell'oro tra i punti crea un effetto di smalto luminoso. Se il laboratorio di ricamo fu di eccellente abilità, non da meno fu il pittore che fornì i disegni. Vi si riconosce la presenza della cultura milanese "alla corte di Ludovico il Moro", ma Mantegna non è lontano e Ferrara non è estranea. Tanto colte, numerose e aggiornate citazioni orientano l'ipotesi di indentificazione verso un pittore molto giovane, di grande talento e di formazione mantovana o cremonese.
Collezione: Collezione paramenti sacri e arredi liturigici Museo Diocesano d'Arte Sacra
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/T0010-00242/
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