S. Rocco
ambito emiliano-bolognese
Descrizione
Ambito culturale: ambito emiliano-bolognese
Cronologia: post 1601 - ca. 1700
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: olio su tela
Misure: 46 cm x 58.5 cm
Notizie storico-critiche: Rocco è uno dei santi dall'inconfondibile iconografia: solitamente viene raffigurato come un giovane pellegrino, vestito con mantello, cappello, leggings (una specie di lunghi gambali), bastone e borraccia. Sul vestito o sul cappello S. Rocco porta i simboli del pellegrinaggio verso Roma o Santiago di Compostela, cioè le chiavi (simbolo dell'apostolo Pietro) o una valva di pecten (conchiglia a ventaglio, simbolo dell'apostolo Giacomo maggiore). Nelle raffigurazioni Rocco è rappresentato nell'atto di slacciare uno dei leggings e di indicare la ferita lasciatagli dalla peste. Ai suoi piedi si trova a volte un piccolo cane con un pane in bocca. Secondo la tradizione Rocco, nato a Montpellier (Francia) alla fine del Duecento, intraprese un pellegrinaggio verso Roma, dopo aver donato tutti i suoi beni ai poveri. Durante il suo viaggio la peste bubbonica si manifestò in Italia ed egli allora decise di dedicarsi volontariamente alla cura dei malati. Colpito lui stesso dalla peste, e poi guarito, nel suo cammino verso la Francia, ad Angera presso Varese, venne scambiato per una spia, arrestato ed imprigionato. Secondo la leggenda un piccolo cane riusciva ogni giorno a penetrare nella cella e a portargli un pane, evidente simbolo della comunione quotidiana. Secondo altre tradizioni il cane gli portava il pane durante la sua malattia. Dopo la sua morte, avvenuta secondo la tradizione il 16 agosto 1327 (la sua festa ricorre proprio il 16 agosto), Rocco divenne popolare come protettore degli appestati: il suo culto si diffuse ampiamente nel corso del '400 (nel 1485 il suo corpo da Angera venne trasportato a Venezia), in corrispondenza con l'acuirsi ed il manifestarsi delle varie epidemie. Lo testimoniano gli ex voto presenti anche negli affreschi tardogotici di alcune chiese camune: in S. Maria di Esine, ad esempio, è raffigurato numerose volte. In questi contesti S. Rocco è spesso associato a S. Sebastiano. Religioso cristiano del III sec., originario di Milano o di Narbona, il Santo è solitamente rappresentato legato ad una colonna e colpito da frecce, mentre altre volte compare come giovane cavaliere, con in mano una freccia, simbolo della sua uccisione sotto Diocleziano. Il martire ed il confessore sono forse accomunati dalla presenza di ferite nel loro corpo per malattia o per ingiurie, diventando così patroni dei feriti e degli appestati. La ferita che mostra S. Rocco di solito viene raffigurata a forma di mandorla, aspetto del tutto inconsueto per un bubbone della peste: si intuisce piuttosto una certa somiglianza con il colpo di lancia inflitto sul costato di Cristo e spesso rappresentato nelle cosiddette arma Christi, composizioni dove sono effigiati gli strumenti che simboleggiano la passione di Cristo. Il quadro attribuito ad Anonimo bolognese del XVII sec. ci mostra solo il volto e parte del busto del Santo. L'espressione di Rocco, con gli occhi rivolti verso l'alto in atteggiamento devozionale, e l'insolita incompletezza della raffigurazione fanno pensare che il quadro attuale sia il risultato di un ritaglio da una composizione più grande. S. Rocco, infatti, associato a S. Sebastiano o ad altri santi, è spesso raffigurato in atto di adorazione verso la Madonna in gloria o a Cristo crocifisso: posto in basso a sinistra il Santo volge lo sguardo verso l'alto, là dove si trova l'oggetto della sua adorazione.
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