Tito Flavio
ambito mantovano
Descrizione
Ambito culturale: ambito mantovano
Cronologia: ca. 1800 - ca. 1899
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: gesso
Misure: 26 x 40
Notizie storico-critiche: Si tratta di un calco a tasselli tratto dal marmo a Mantova, Palazzo Ducale, Galleria della Mostra, inv. n.12243. Tito Flavio fu imperatore romano dal 79 all’81 d.C. Successe al padre Flavio Vespasiano (colui che fece edificare il Colosseo) e appartenne alla dinastia dei Flavi, l’ultima di stirpe romana a salire al trono imperiale. Durante il suo breve regno si verificarono grandi tragedie, come l’eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei e la cacciata degli Ebrei da Gerusalemme, inizio della diaspora (79 d.C.). Il suo governo fu comunque ricordato bene: «venne chiamato "amore e delizia del genere umano", tanto eccelse durante il suo impero, nella difficilissima arte di ingraziarsi tutti per intelligenza, per carattere e per fortuna» (Svetonio, Divus Titus I). Gli successe il fratello Domiziano (81-96 d.C.), unanimemente ricordato dalla storiografia come crudele tiranno. E la scelta da parte del Petrarca di Tito come ultimo "illustre" romano si giustifica proprio a partire da questa successione ignominiosa: nella sua concezione iniziale di una storia dell’umanità centrata sulla "romanità" della Repubblica e del primo Impero, il poeta conchiude con Tito la sua primitiva rassegna di uomini illustri, perché questi fu l’ultimo imperatore autenticamente romano per nascita, eccettuato Domiziano per la ragione suddetta. Dopo di lui salì al trono lo spagnolo Traiano (che peraltro fu nella realtà un grande principe), con cui il Petrarca stesso fa incominciare la decadenza dell’impero, allorché nell’Africa (II, 274-78) dice: «...sceptra decusque / Imperii, tanto nobis fundata labore / Externi rapient Hispane stirpis et Afre» ("il dominio e l’onore / dell’Impero innalzato col sangue / Genti straniere d’Africa e Spagna usurperanno"). «Così lo stesso Petrarca giustificava allora il termine prescelto per l’opera sua; tutto preso dall’amore per la romanità, che in quell’epoca egli vedeva soprattutto nella republica [...] , egli formulava così [...] un giudizio quanto mai sommario e ingiusto. Vero è che a quell’epoca egli non conosceva ancora l’Historia Augusta e il suo Svetonio lo portava soltanto fino ai figli di Vespasiano, e cioè fino a Tito [...] . Più tardi il poeta modificò il suo giudizio, e a ciò dovette contribuire lo studio della Historia Augusta, ch’egli conobbe probabilmente nel 1356»
Collocazione
Mantova (MN), Museo Civico di Palazzo Te
Credits
Compilazione: Silvestri, Maria Cecilia (1996)
Aggiornamento: Pisani, Chiara (2004)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/XA090-00118/
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