Targa
Società Ceramica Italiana Laveno; Paglia, Federico (attribuito)
Descrizione
Identificazione: Veduta di Laveno
Autore: Società Ceramica Italiana Laveno (1856-1965), esecutore; Paglia, Federico (attribuito) (notizie fine sec. XIX-prima metà sec. XX), decoratore
Cronologia: post 1898
Tipologia: ceramiche
Materia e tecnica: terraglia / modellatura; terraglia / pittura
Misure: 98 cm x 58 cm (intero)
Descrizione: Targa dipinta a mano sottosmalto, raffigurante una veduta di Laveno con la fabbrica originaria della Società Ceramica Italiana che si staglia sullo sfondo, e con in primo piano una figura femminile intenta a decorare un vaso.
Notizie storico-critiche: Attribuita storicamente a Federico Paglia, quest'opera fu realizzata nel 1898, data riportata anche sul fianco destro della targa. Essa fu infatti disegnata in occasione dell'Esposizione Generale Italiana organizzata a Torino dalla "Società promotrice dell'industria nazionale" per commemorare il cinquantesimo anniversario dello Statuto Albertino. Inaugurata da re Umberto I, la rassegna voleva costituire un momento straordinario di festeggiamenti, destinati a celebrare il percorso economico, sociale, culturale compiuto dal giovane Stato italiano dai tempi dell'unificazione. Seppure connotata da una forte carica politica, l'Esposizione costituì il primo momento ufficiale in cui la grande meccanica e il settore dell'elettricità furono pubblicamente celebrati e riconosciuti come competitor delle grandi imprese straniere. Di grande rilevanza, in questo senso, è la partecipazione della Società Ceramica Italiana poiché indice del credito e del prestigio di cui godeva e della sua forza economica nel lanciarsi in articolate campagne pubblicitarie internazionali. Essa segna anche il cambiamento culturale ed imprenditoriale voluto dai proprietari dell'azienda nell'ultimo quarto del XIX secolo e, in particolare, dal 1883, quando la vecchia industria assunse il solenne nome di Società Ceramica Italiana. Da quel momento, infatti, ebbe luogo un radicale processo di trasformazione e di ampliamento dell'attività ceramica, con la conseguente apertura al mondo artistico, italiano e internazionale, ottenuto grazie alla creazione di una fitta rete di rapporti imprenditoriali e alla costante partecipazione alle Mostre Nazionali e alle Esposizioni Universali ed Internazionali. Tra queste sono da annoverare quella di Torino, ricordata proprio da questa targa, e l'EXPO di Milano del 1906, in occasione della quale la Società Ceramica Italiana pubblicò un apposito catalogo.
Dal vago sentore romantico e con alcune reminiscenze preraffaellite, la composizione di questa targa risulta rigidamente suddivisa in due aree unite, nella parte superiore, dalla scritta policroma aziendale, che si propone come elemento pubblicitario anche della città di Laveno e del Lago Maggiore. L'autore sembra suggerire all'osservatore l'identificazione fisica dell'azienda ceramica con la città di Laveno, ricorrendo a una prospettiva paesaggistica particolare e riprendendo la scena da uno studiato punto di osservazione. L'imponenza della dimensione della fabbrica ceramica appare immediatamente percepibile, sebbene accuratamente proposta per non infastidire ed opprimere la composizione, suggerendo a livello subliminale all'osservatore la solidità dell'assetto economico-produttivo della società.
La modalità con la quale l'autore della targa raffigura la donna risente certamente sia delle cartoline pubblicitarie delle città italiane, dalle contenute aperture all'etno-antropologia, sia del clima culturale legato ai primi giochi olimpici dell'epoca moderna che si svolsero in Grecia dal 6 al 15 aprile del 1896, appena due anni prima della realizzazione di quest'opera e dell'Esposizione di Torino. La ragazza, infatti, appare vestita con un peplo, l'abito nazionale delle donne dell'antica Grecia, accanto ad un braciere e ad un grande cratere con corte anse per il trasporto e una larga imboccatura, che costituiva il vaso utilizzato dagli antichi greci per mescolare vino e acqua in occasione dei simposi. Priva di intenti filologici la targa non si propone come una summa di elementi archeologici, ma intende rispondere al gusto dell'epoca, in quegli anni fortemente influenzato dalle coeve scoperte archeologiche, e visivamente sollecitato dalla classicità greca. Due soli anni prima della realizzazione di questa targa, infatti, in Grecia si erano svolte le prime Olimpiadi dell'epoca moderna, volute dal barone francese Pierre De Coubertin e sponsorizzate dal ricco uomo d'affari greco Georgios Averoff.
Le scritte dipinte sulla targa, inoltre, costituiscono un ulteriore elemento di divisione della composizione attribuita a Federico Paglia, che caratterizza la porzione inferiore con il paesaggio e la donzella, e il cielo e i conci lapidei di un muro, entrambi con poche sfumature, nella parte superiore. Le scritte, dai caratteri e colori differenti, costituiscono esse stesse una sorta di limitato campionario per mostrare le differenti capacità grafiche aziendali. Per la realizzazione di quest'opera l'artista sembra qui ispirarsi alle pergamene commemorative e ai diplomi di gusto palesemente liberty, come attestano le decorazioni poste all'estremità superiore sinistra.
Collezione: Collezione del MIDeC - Museo Internazionale Design Ceramico
Collocazione
Provincia di Varese
Credits
Compilazione: Reggiori Albino (1992); Sangermano Nesta (1992)
Aggiornamento: Civai Alessandra (2006); Zanzottera, Ferdinando (2015)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/XC010-00201/
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