Porta

ambito lombardo

Porta

Descrizione

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: post 1739 - ante 1741

Tipologia: arredi e suppellettili

Materia e tecnica: legno intagliato; legno dipinto; legno dorato; stucco; ottone dorato

Misure: 1.75 m x 0.70 m x 4 m

Descrizione: Due porte con bussola si aprono nella camera di Antoniotto Botta Adorno, mentre altre due porte presenti nell'alcova, celano un armadio a muro dotato di ripiani interni. Le porte con le relative sovrapporte corrispondono all'altezza della parete.
Porta ad un battente con pannello centrale profilato da cornici dorate sagomate. La sovrapporta è caratterizzata da una trabeazione con andamento a cuspide sormontata da una tabella rettangolare con semplici cornici dorate, culminante in un fastigio a doppia voluta. La bussola reca, su ciascun fianco, tre tabelle sagomate con cornici dorate. La porta che si apre a sud è la più articolata, conservando una sovrapporta dotata di una grossa conchiglia dorata e aggettante, compresa tra due volute, al centro di un fastigio a lunetta.
Conservano ancora le manigliette a doppia voluta.

Notizie storico-critiche: La cosiddetta camera di Antoniotto Botta Adorno con l'alcova adiacente è l'ambiente più integro dell'intero palazzo, conserva infatti la decorazione affrescata, gli stucchi, la boiserie, le porte in legno intagliato e il caminetto con lo stemma di famiglia. Solo l'attuale pavimento risale ad un intervento del 1959-1960 e sostituisce quello originale in cotto.
In una foto della Fototeca dei Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia, Fondo Savoldi (FT N 320), si riscontra un serramento identico a quelli dell'alcova (la porta che si apre a sud, la più elaborata con una sovrapporta dotata di una grossa conchiglia dorata e aggettante, compresa tra due volute, al centro di un fastigio a lunetta), che Marica Forni precisa "oggi rimontati nell'alcova".
L'intervento di riforma del palazzo in Istituti Universitari aveva suscitato numerose polemiche, perchè aveva comportato l'eliminazione di interni barocchi. Carlo Magenta in una lettera del 1889 sottolineava l'importanza di una sala "notevole per le sue ricche dorature, pei suoi bellissimi stucchi e per un nobile fregio nel centro della volta" e dell'attiguo gabinetto "ricco di decorature e stucchi". L'importanza di questa sala risiedeva anche nei suoi "ricordi storici, per essere stata abitata da Napoleone I e da Vittorio Emanuele II, nonchè da altri illustri personaggi". Il progettista Ing.Mansueti concluse però di aver riscontrato "esservi una sola camera da conservare intatta, siccome pregevole per le ricche dorature e pei suoi stucchi ivi esistenti , nonchè per i ricordi storici; potendosi invece effettuare la progettata demolizione dell'attiguo gabinetto", infatti le finestre della camera furono spostate e il gabinetto ampliato.

Collocazione

Provincia di Pavia

Credits

Compilazione: Manara, Roberta (2008)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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