Fontana a muro

Bergomi Giuseppe

Fontana a muro

Descrizione

Autore: Bergomi Giuseppe, progettista

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: (?) 1913

Tipologia: scultura

Materia e tecnica: intonaco; muratura; cemento

Misure: 300 x 200

Descrizione: Alla facciata dell' Acquario, in posizione centrale, è addossata una fontana, dotata di una vasca dal profilo sagomato, sorretta da false rocce modellate e affiancata da due bassi plinti. La parete di fondo è caratterizzata da un lieve rientro pentagonale enfatizzato da una serie di profilature con lo stesso andamento. Al centro un mascherone con versatoio reca sulla sommità del capo, due foglie di vite e due grappoli d'uva.

Notizie storico-critiche: Nel piano regolatore del 1934 è prevista anche una trasformazione del giardino di palazzo Botta (area oggi sacrificata in seguito alla costruzione della Clinica del Lavoro, documentata da tre immagini del fondo fotografico Nazzari presso i Musei Civici pavesi).
Nel giardino, per iniziativa del rettore Camillo Golgi, viene costruito un padiglione destinato ad ospitare l'Acquario, in occasione del Convegno Nazionale di Pesca Lacuale e Fluviale (promosso dalla Società Ticinese Padana per la pesca e l'acquicoltura idrica) tenutosi a Pavia nel maggio 1913.
Golgi incarica Sebastiano Giuseppe Locati, Direttore della Scuola di Disegno dell'Università di Pavia, di progettare l'acquario, il quale passa però l'incarico al suo assistente, l'arch. Giuseppe Bergomi (progetto del 1913). Nel testo 'L'Università di Pavia e i suoi Istituti ' datato 1925 è riportata una data diversa: "Nel 1919 il palazzo degli Istituti biologici si arricchisce d'un Acquario incubatorio" per lo studio degli animali acquatici.
L' Acquario consiste in un basso edificio, di gusto Decò, con tetto a pagoda, al centro in facciata una fontana, compresa tra due pilastri di sostegno ad altrettanti portichetti angolari di protezione alle due portine d'ingresso. La porzione superiore era caratterizzata in origine da decori geometrici e da una scritta "Acquario", entro cartiglio rettangolare, oggi illeggibili.
Cadde quasi in rovina nel 1937, fu restaurato e reso funzionante nel 1938 grazie a finanziamenti del Ministero dell'Agricoltura: fu ricostruito il tetto, furono ricementati gli stagni, rimesse a nuovo le vasche, creato un impianto ad elettropompe per alimentare la circolazione attingendo acqua dalla Carona e da un pozzo appositamente scavato.
L'Acquario-incubatoio per lo studio della malaria era dotato internamente di 15 vasche a vetro, di varia grandezza, con dispositivi per ricambio d'acqua e immissione d'aria, in cui venivano allevate quasi tutte le specie di pesci d'acqua dolce locali ed una vasca era destinata agli invertebrati. Al centro dell'ampio e unico vano era posizionata una stufa in cotto, oggi spostata al piano terra dell'Istituto di zoologia (NSK 335).
Esternamente, intorno all'Acquario, un sistema di tre grandi vasche-stagno per l'allevamento di ciprinidi e di due vasche più piccole e una batteria di quattro vasche lunghe per smistamento. Il terreno circostante all'Acquario era coltivato a gelsi.
Una lastra in vetro del Fondo fotografico Nazzari (fototeca dei Musei Civici), qui allegata, ci restituisce un'immagine dell'acquario, con una folla di invitati ed un'ampia vasca rettangolare antistante con zampilli, aiuole, false rocce e panchine, nel giorno dell'inaugurazione nel 1913.
Sempre nel testo del 1925 è riportato anche che nel 1907 "sull'area di un vecchio ospedale militare in adiacenza dei giardini dell'ex palazzo Botta", viene costruita la Clinica delle malattie nervose e mentali che raggiungerà un livello eccelso grazie al prof.Casimiro Mondino

Collocazione

Provincia di Pavia

Credits

Compilazione: Manara, Roberta (2008)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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