Madonna Immacolata con Bambino/ santi in adorazione/ angeli reggicartiglio
De Donati, Alvise (attribuito); De Donati, Giovanni Ambrogio (attribuito); De Donati, Giovanni Pietro (attribuito); Zani, Antonio
Descrizione
Autore: De Donati, Alvise (attribuito) (notizie 1484-1526), pittore; De Donati, Giovanni Ambrogio (attribuito) (notizie 1484-1526), intagliatore; De Donati, Giovanni Pietro (attribuito) (notizie 1484-1526), intagliatore; Zani, Antonio (notizie 1815), argentiere
Cronologia: 1502
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: legno di pioppo / doratura a bolo, pittura a tempera, scultura; legno di ciliegio / doratura a bolo, pittura a tempera, scultura; argento / punzonatura, sbalzo
Misure: 93 cm (Madonna); 47.5 x 108 (mandorla); 10.5 (raggi); 76 x 61 (Santi); 60 x 28 (angeli)
Descrizione: Frammenti dell'ancona dell'Immacolata. Entro una mandorla dorata e radiata, intagliata con teste di cherubini a rilievo, è raffigurata la Madonna Immacolata con il Bambino in braccio; indossa una veste rossa decorata a motivi vegetali dorati e a rombi e un manto blu con i risvolti dorati. Tra i santi in adorazione in basso si riconosce San Francesco, Santa Chiara e un Santo Vescovo. La figura della Madonna è in legno di ciliegio; la mandorla e i raggi in legno di pioppo; i Santi in legno di ciliegio e base in pioppo. I tre angeli, inginocchiati su una sola gamba, indossano vesti dorate, percorse da larghe pieghe; sul capo portano una leggera cuffia che racchiude i capelli ricadenti sulle spalle. Reggono nelle mani un cartiglio. La scultura non è lavorata a tergo. Il gruppo dei quattro santi oranti genuflessi si connette all'immagine di Maria Immacolata: tutti infatti volgono lo sguardo in alto.
Notizie storico-critiche: L'opera fa parte di quel nucleo storicamente più importante dal punto di vista storico-artistico delle collezioni ospedaliere. Sono opere giunte al patrimonio dell'Ospedale del Santissimo Sacramento a partire dal 1768 con la fusione degli antichi enti di assistenza e carità in un'unica istituzione e documentano l'impegno di benefattori e di fondatori nella gestione delle antiche opere pie. Queste opere sono state commissionate o donate allo scopo di decorare i luoghi pii e i luoghi di culto al loro interno. I tre altorilievi fanno parte di uno stesso gruppo, che forse comprendeva altri pezzi o forse solo una cassa di contenimento. Le sculture sono state stuccate, dorate e dipinte. Sulla veste di Maria vi è una decorazione in rilievo, a pastiglia dorata.Le sculture sono montate insieme in una cornice lignea dei primi del novecento. Non si hanno notizie documentarie sulla provenienza del gruppo. Vi sono alcuni indizi iconografici che consentono di formulare un'ipotesi: il soggetto dell'Immacolata indirizza alla Compagnia dell'Immacolata Concezione presente in Vigevano almeno dal 1491. Successivamente la presenza, nel gruppo dei santi inginocchiati, di S. Francesco, è significativa proprio perchè si sa che la Compagnia dell'Immacolata aveva la sua cappella nella chiesa di S. Francesco; Santa Chiara perché la Compagnia committente si poneva sotto la protezione dei due santi fondatori degli ordini dei Minori e delle Clarisse Più problematica l'identificazione degli altri due santi. Dal Barbieri (1901) si sa che l'ancona per l'altare dell'Immacolata Concezione fu commissionata ad un certo Maestro Angelo da Milano nel 1502. Non si sa per ora dove fosse posto questo gruppo ligneo che, per le deformazioni prospettiche presenti nei volti dei Santi, consiglia una visione dal basso.
Si può supporre forse che il gruppo sia successivamente giunto all'ospedale per il tramite della Spezieria dell'Immacolata, aperta nel 1614 presso la chiesa di S. Francesco, aggregata nel 1783 alla eretta Congregazione di Carità che amministrava i tre antichi ospedali riuniti, e trasferita nel 1911 presso l'attuale sede dell'ospedale di Vigevano. Un'ulteriore richiamo alla Compagnia dell'Immacolata, può essere considerata la scritta sul cartiglio sorretto dagli angeli, che suonava "Cant. Macula non est in Te" prima del restauro, ed ora secondo la dizione originaria, dopo l'asportazione della ridipintura, "Conceptio tua Dei genitrixVi/rgo? Maria?". Il gruppo reca segni di un prolungato uso devozionale nella falce di luna aggiunta sotto i piedi della Vergine e nelle corone poste sulla testa di Maria e del Bambino eseguite in Vigevano da un argentiere della prima metà dell''800.
I tre altorilievi sono attribuibili, per suggerimento di P. Venturoli, alla attività dei De Donati, artisti milanesi, il cui percorso è stato riconosciuto ultimamente dal Venturoli stesso: intagliatori, a quanto pare, Giovanni Pietro e Giovanni Ambrogio, anche e, forse, solo pittore, Alvise. Ci sono fondati elementi per credere che ad Alvise si deve la policromia del gruppo. Per verificare l'attribuzione è molto utile un confronto con l'ancona della "Resurrezione di Lazzaro" di Caspano (Sondrio) firmata da Alvise nel 1508; si confrontino in particolare con essa le figure dei Santi vigevanesi per quel che riguarda la composizione delle figure, i modi dell'intaglio, le tipologie delle teste, i dettagli della policromia. Dopo vari contributi da parte dei fondamentali protagonisti della riscoperta della scultura lignea lombarda (Fabjan 1985; Binaghi Olivari 1994; Casciaro, Moro 1996; Casciaro 2000; Olivari 2004-2005; Venturoli 2007)si può dire che i tre frammenti con "Angeli che cantano" in alto, la "Vergine Immacolata col Bambino in braccio" al centro e il gruppo di quattro "Santi" in basso, facevano parte di un'ancona lignea che ornava la cappella della Confraternita dell'Immacolata nella chiesa di San Francesco a Vigevano, opera dei fratelli De Donati, terminata già nel 1502, quando il pittore Cristoforo da Milano viene incaricato di dorare e di dipingere le sculture. Nel 1508 vengono commisionate le ante di chiusura al pittore Cristoforo da Milano a indicare che l'opera era già terminata. La permanenza di questi preziosi rilievi lignei nell'ospedale è stata più volte minacciata da tentativi di vendita ma con scarso successo. I De Donati, artisti milanesi, lavorarono soprattutto per l'alta Lombardia, fino in Svizzera, ma eseguirorono opere anche per Lodi e Pavia, dove intagliarono il coro della chiesa di San Francesco. Può così non essere casuale che anche il gruppo ligneo di Vigevano sia stato eseguito per una chiesa appartenente ad un ordine francescano. Interessante il giudizio della Pischel Fraschini in "Schede a cura del Ministero della Pubblica Istruzione", 1942.Il punzone si riferisce all'orefice Antonio Zani, nato a Pavia e residente a Vigevano, ammesso Mastro Orefice Argentiere nel 1815 (queste notizie si devono alla cortesia di Domenico Collura di Milano).
Collocazione
Provincia di Pavia
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Pavia
Credits
Compilazione: Basilico, Andrea (2009)
Aggiornamento: Knapp, Blanka (2012)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/r9040-00009/
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