Ritratto di Francesca Manara Negrone

Raffele, Ambrogio

Ritratto di Francesca Manara Negrone

Descrizione

Autore: Raffele, Ambrogio (1845-1928), pittore

Cronologia: 1909

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 44 cm x 54 cm (intero)

Descrizione: Ritratto della benefattrice Francesca Manara Negrone in medaglione ovale a fondo bruno ottenuto applicando sulla tela un cartoncino dorato. La benefattrice viena ritratta in una posa non convenzionale per la ritrattistica ospedaliera: Il viso fortemente modellato a chiaroscuro è appoggiato ad una mano e sembra protendersi verso l'osservatore. La mano graziosamente portata al volto vivacizza la composizione che rappresenta pertanto un "unicum" in quadreria. La donna indossa un vivace e prezioso abito operato. Il ritratto è eseguito a tocchi rapidi e concisi secondo i modi della Scapigliatura lombarda. Cornice in legno dorato.

Notizie storico-critiche: Il dipinto è uno dei rari ritratti eseguiti dal pittore vigevanese Ambrogio Raffele (Vigevano 1845/1928), più noto per i suoi paesaggi alla maniera di Antonio Fontanesi, di cui fu allievo all'Accademia Albertina di Torino. Il ritratto di Francesca Manara Negrone venne eseguito post mortem dal Raffele con grande vivacità cromatica e una pennellata rapida e mossa, memore degli esiti della Scapigliatura, che rimandano un'immagine fresca e viva della benefattrice, sicuramente non convenzionale secondo gli stilemi della ritrattistica ufficiale. Rispetto ai ritratti precedenti la figura non è più frontale e statica ma è resa grazie alla mano portata al volto più dinamica e morbida.
L'opera si allontana dalle precedenti effigi dovute a Garberini in modo particolare, proprio per la resa pittorica "memore degli esiti della Scapigliatura" e per la vivace espressione del soggetto. L'impostazione presenta una novità assoluta rispetto alle immagini sino ad allora prevalenti, statiche e frontali. La mano graziosamente portata al volto vivacizza la composizione che rappresenta pertanto un "unicum" in quadreria.
La Contessa Manara Negrone, con testamento segreto a rogito Notaio Avv. Pietro Torriani di Rapallo, in data 2 marzo 1908 assegnava all'erigendo Ospedale Civile di Vigevano due padiglioni di cui uno detinato ai fanciulli che porterà il nome della figlia Maria Negrone contessa di Santarosa inoltre lasciva cospicue cascine donate all'Ospedale, e donava un ostensorio alla Cattedrale conservato tutt'oggi nel tesoro del Duomo.
Francesca Manara nacque ad Albonese nel 1831. Sposò il commendatore Giovanni Bttista Negrone. Rimasta vedova fonò un istituto maschle di educazione, in adempimento alle volontà testametarie del marito. La costuzione dell'edificio ebbe inizio nel 1905 e la chiesa dell'istituto dedicata a San Giovanni Battista, fu decorata dai pittori vigevanesi Raffele, Bocca e Ottone, tutti usciti dalla scuola del Garberini.
Raffele Ambrogio nasce a Vigevano il 19 marzo 1845. Rimasto orfano di entrambi i genitori in giovane età, compie gli studi secondari presso lÂ'Istituto Mariani di Monza. Diplomatosi, si trasferisce a Torino dove si iscrive al Politecnico per conseguire la laurea in ingegneria. In questo periodo stringe amicizia con alcuni studenti dellÂ'Accademia Albertina di Belle Arti. Nel 1874, conquistato dalla pittura, si iscrive allÂ'Accademia e frequenta i corsi del già famosissimo Antonio Fontanesi. Nel 1876, "orfano" del Maestro partito per il Giappone, Raffele si avvicina ad Andrea Gastaldi (torinese 1826 - 1889) entrando subito in sintonia con il suo nuovo Maestro e i compagni. È questa lÂ'epoca della nascita del "Liberty", di quello stile dove architettura e pittura si fondono per un profondo godimento dellÂ'animo. In questo ambiente Raffele frequenta i più bei nomi della Torino pittorica: Giacomo Grosso (1860 - 1938), Paolo Gaidano (1861 -1916), Giovanni Battista Quadrone (1844 - 1898) e Marco Calderoni (1850 - 1944). "Figura di giovane vendemmiatrice" è lÂ'opera che, presentata con lusinghiero successo alla Mostra Nazionale di Torino del 1880, lo impone allÂ'attenzione generale. Preso il volo Raffele si trasferisce a Roma mantenendo, però, sempre vivi i rapporti con Torino. Incontra il pittore statunitense J. S. Sargent, che lo inizia alla tecnica dellÂ'acquarello. Con il trascorrere degli anni Raffele si sofferma sempre più a lungo nellÂ'amata Vigevano dove produce, con la tecnica dellÂ'acquarello, una piacevolissima "Venezia" esposta con "Scampagnata" e "Madrina nel bosco" nella Pinacoteca Comunale di Vigevano e una "Piazza Ducale", ora di proprietà della Fondazione Roncalli. La Città di Vigevano, nellÂ'ottobre del 1927 gli dedica, presso la sede del Circolo Ufficiali del Castello Sforzesco una grande mostra, inaugurata del Principe Ereditario Umberto di Savoia, alla quale purtroppo lÂ'Artista non può, a causa della salute cagionevole, presenziare.
Ambrogio Raffele muore a Vigevano il 31 luglio 1928, allÂ'età di 83 anni.

Collocazione

Provincia di Pavia

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Pavia

Credits

Compilazione: Casati, Paola (2009)

Aggiornamento: Knapp, Blanka (2012)

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