Ritratto del cavalier Giuseppe Losa
Raffele, Ambrogio
Descrizione
Autore: Raffele, Ambrogio (1845-1928), pittore
Cronologia: 1900 - 1950
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 57 cm x 80 cm (intero)
Descrizione: Ritratto del benefattore Giuseppe Losa su fondo grigio scuro. L'uomo, in abito nero, camicia bianca con cravatta a farfallino nero è ritratto a mezzo busto con il viso incorniciato da capelli, baffi e barba brizzolati grigi. Cornice in legno dorato lavorato a "pastiglia".
Notizie storico-critiche: Nella cornice è infilato un biglietto manoscritto con : "Cav. Giuseppe Losa m. 1901". Il dipinto è opera del pittore vigevanese Ambrogio Raffele (Vigevano 1845/1928) e venne realizzato nel 1900, poco prima della scomparsa del cavalier Losa. L'artista si è rifatto a un ritratto fotografico conservato tuttora nell'Archivio Storico dell'Ospedale. Ciò documenta una modalità operativa tipica di quel periodo che spesso si basava su modelli fotografici.
L'artista eseguì pochi ritratti, più noto per i suoi paesaggi alla maniera di Antonio Fontanesi, di cui fu allievo all'Accademia Albertina di Torino.
Raffele Ambrogio nasce a Vigevano il 19 marzo 1845. Rimasto orfano di entrambi i genitori in giovane età , compie gli studi secondari presso lÂ'Istituto Mariani di Monza. Diplomatosi, si trasferisce a Torino dove si iscrive al Politecnico per conseguire la laurea in ingegneria. In questo periodo stringe amicizia con alcuni studenti dellÂ'Accademia Albertina di Belle Arti. Nel 1874, conquistato dalla pittura, si iscrive allÂ'Accademia e frequenta i corsi del già famosissimo Antonio Fontanesi. Nel 1876, "orfano" del Maestro partito per il Giappone, Raffele si avvicina ad Andrea Gastaldi (torinese 1826 - 1889) entrando subito in sintonia con il suo nuovo Maestro e i compagni. È questa lÂ'epoca della nascita del "Liberty", di quello stile dove architettura e pittura si fondono per un profondo godimento dellÂ'animo. In questo ambiente Raffele frequenta i più bei nomi della Torino pittorica: Giacomo Grosso (1860 - 1938), Paolo Gaidano (1861 -1916), Giovanni Battista Quadrone (1844 - 1898) e Marco Calderoni (1850 - 1944). "Figura di giovane vendemmiatrice" è lÂ'opera che, presentata con lusinghiero successo alla Mostra Nazionale di Torino del 1880, lo impone allÂ'attenzione generale. Preso il volo Raffele si trasferisce a Roma mantenendo, però, sempre vivi i rapporti con Torino. Incontra il pittore statunitense J. S. Sargent, che lo inizia alla tecnica dellÂ'acquarello. Con il trascorrere degli anni Raffele si sofferma sempre più a lungo nellÂ'amata Vigevano dove produce, con la tecnica dellÂ'acquarello, una piacevolissima "Venezia" esposta con "Scampagnata" e "Madrina nel bosco" nella Pinacoteca Comunale di Vigevano e una "Piazza Ducale", ora di proprietà della Fondazione Roncalli. La Città di Vigevano, nellÂ'ottobre del 1927 gli dedica, presso la sede del Circolo Ufficiali del Castello Sforzesco una grande mostra, inaugurata del Principe Ereditario Umberto di Savoia, alla quale purtroppo lÂ'Artista non può, a causa della salute cagionevole, presenziare.
Ambrogio Raffele muore a Vigevano il 31 luglio 1928, allÂ'età di 83 anni.
La raccolta Losa, con Giovan Battista Garberini e Ambrogio Raffele, rappresenta una significativa testimonianza del collezionismo borghese vigevanese tra la fine dell'800 e i primi del '900. I quadri vennero donati all'Ospedale da Maria Scarfiotti Losa, il cui nome è riportato sempre sul verso di ciascuna tela, insieme ad altre iscrizioni. Maria Losa nacque a Vigevano nel 1884 dall'industriale Giuseppe e da Virginia Cima. Sposò il colonello Mario Scarfiotti e quandò mancò sposò in seconde nozze il maggiore Giuseppe Migliorati. Alla sua morte nel 1966, Maria Losa nominò erede universale del suo cospicuo patrimonio l'Ospedale Civile di Vigevano. Dalle fotografie conservate presso l'Archivio dell'Ospedale (ASOC, 60/251), che ritraggono le stanze di casa Losa, si deduce che i dipinti di proprietà della benefattrice erano in numero assai superiore di quelli poi giunti in quadreria.
La raccolta Losa, con Giovan Battista Garberini e Ambrogio Raffele, rappresenta una significativa testimonianza del collezionismo borghese vigevanese tra la fine dell'800 e i primi del '900. I quadri vennero donati all'Ospedale da Maria Scarfiotti Losa, il cui nome è riportato sempre sul verso di ciascuna tela, insieme ad altre iscrizioni. Maria Losa nacque a Vigevano nel 1884 dall'industriale Giuseppe e da Virginia Cima. Sposò il colonello Mario Scarfiotti e quandò mancò sposò in seconde nozze il maggiore Giuseppe Migliorati. Alla sua morte nel 1966, Maria Losa nominò erede universale del suo cospicuo patrimonio l'Ospedale Civile di Vigevano. Dalle fotografie conservate presso l'Archivio dell'Ospedale (ASOC, 60/251), che ritraggono le stanze di casa Losa, si deduce che i dipinti di proprietà della benefattrice erano in numero assai superiore di quelli poi giunti in quadreria.
Collocazione
Provincia di Pavia
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Pavia
Credits
Compilazione: Casati, Paola (2009)
Aggiornamento: Knapp, Blanka (2012)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/r9060-00176/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).