Zuffa tra tacchini e gallo
Duranti, Giorgio
Descrizione
Identificazione: Animali
Autore: Duranti, Giorgio (1687-1753)
Cronologia: post 1715 - ante 1726
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 88.5 cm x 80 cm
Notizie storico-critiche: È nota dalle fonti la passione con cui il pittore Giorgio Duranti, discendente da nobile famiglia di Palazzolo sull'Oglio, si dedicava alle scienze naturali, lo attesta a fine Settecento anche l'Orlandi nel suo Abecedario Pittorico (1788, pp. 1335-1336) dove vengono ricordate altre attitudini di Giorgio, come la musica e il violoncello, confacenti a un rampollo dell'alta società. Tuttavia sarà la spiccata propensione verso il mondo animale e botanico - sembra infatti che i fiori fossero i soggetti prediletti dei primi dipinti di Duranti, segnalati dalle fonti (CARBONI 1760, p. 164), ma mai identificati eccetto uno (ZORZI MARCHINI 1973, p. 70) -, a interessare l'intera sua produzione pittorica fino al 1753, anno della morte.
Giorgio Duranti, residente con la famiglia a Brescia (FROSIO 2001, p. 55), forse non intraprese il consueto tirocinio in bottega - non si conoscono infatti i nomi dei suoi maestri -, bensì pare si fosse impratichito a dipingere sulla scorta delle enciclopedie che raccoglievano riproduzioni a stampa di piante e animali, e grazie alla conoscenza diretta perfezionata durante i periodi di riposo trascorsi nella residenza di famiglia a Palazzolo. Incarnava dunque la figura del conoscitore e, forse, anche del collezionista di naturalia, oltre a quella del dilettante pittore che indugiava sui temi di svago cari alle cerchie nobiliari, non tralasciando di praticare una lucida analisi dei soggetti, in particolare di volatili selvatici e d'allevamento, descritti secondo i canoni della cultura figurativa nordica.
In Italia la rappresentazione di scene con animali è stata introdotta da pittori del nord Europa come Frans Snyders (Anversa ca. 1579-1657) e Jan Fyt (Anversa 1611-1661), ma si diffuse, tranne rare eccezioni come quella interessante del Cerano (MORANDOTTI 1996, pp. 65-67), soltanto nel Seicento avanzato, quando il genere conobbe una grande fortuna alimentata dalla crescente richiesta da parte di collezionisti della medio-alta borghesia. E' questo il caso del maresciallo Johann Matthias von der Schulenburg, nel cui inventario della raccolta figurano "due quadri [che] rappresentano animali volatili" di Duranti, uno dei quali visto e autenticato da Giovan Battista Piazzetta (BINION 1990, p. 185 e 232), a testimonianza dei numerosi contatti che il pittore bresciano teneva con la Dominante. Da Venezia pare provenisse anche Giovanni Agostino Cassana (1659 ca. - Genova 1720), al quale Duranti poteva essersi ispirato per le sue rappresentazioni di animali.
Nel recente catalogo ragionato di Duranti (PARISIO 2004) sono state incluse più di cento opere, quasi tutte raffiguranti animali, perché questo era il genere prediletto dal pittore. Nessun dipinto risulta tuttavia firmato e ciò, oltre a rendere in qualche caso poco agevole l'attribuzione, dibattuta tra Giorgio e il più modesto fratello Faustino, causa non secondari problemi di cronologia, surrogati dalla mancanza di utili appigli documentari. Nei vari inventari delle collezioni antiche bresciane sono infatti ricordati numerosi quadri del pittore, ma la loro identificazione risulta quasi sempre impossibile a verificarsi, vista la somiglianza dei soggetti come si ricavano dalle descrizioni che, essendo molto succinte, non è facile far corrispondere ai dipinti esistenti.
Per quanto riguarda la provenienza della Lotta tra tacchini e gallo del suo pendant degli Spedali di Brescia, la Zuffa tra anatre e poiana, è possibile che fossero presenti nella vendita all'asta di alcune opere d'arte donate dalla signora Maria Turlini, asta indetta nel 1826 secondo la prassi consueta per l'ospedale di conservare soltanto i beni di soggetto sacro. L'incanto, tuttavia, non andò a buon fine, così che restarono invenduti numerosi oggetti tra cui "quattro quadri antichi con cornice in pasta dorata rappresentanti diversi animali" (Brescia, Archivio Spedali Civili, 439/1). Il fatto che si trattasse di quadri "antichi" non fuga i dubbi sull'effettiva identificazione con i Duranti dell'ospedale. Andrebbe preso in considerazione anche il lascito che il conte Camillo Antonio Lana effettuò agli eredi in vita e, in sostituzione di questi, all'ospedale; nell' Inventario delli mobili et effetti esistenti nella casa di Brescia habitata dal quondam Nobile Signor Conte Camillo Antonio Lana, redatto nel 1726, si ricordano "due detti [quadri] di volatili, et altri di animali senza cornice" (Brescia, Archivio di Stato, Ospedale Maggiore, Istromenti, mazzo HH). Resta da confermare l'entrata dei dipinti della collezione Lana nella quadreria dell'ospedale. Se così fosse avremmo un sicuro termine per l'esecuzione delle tele, un po' anticipato rispetto all'ipotetica cronologia individuata per i quadri di grande formato come questi, che sembrano essere una peculiarità dell'ultimo periodo dell'artista.
Collocazione
Provincia di Brescia
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Spedali Civili di Brescia
Credits
Compilazione: Piazza, Filippo (2009)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/t6030-00082/
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