Deposizione di Cristo nel sepolcro
Ronchelli, Giovan Battista (maniera)
Descrizione
Autore: Ronchelli, Giovan Battista (maniera) (1715-1788)
Cronologia: post 1777
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 143 cm x 198 cm
Notizie storico-critiche: Menzionata sin qui soltanto dal Borri, che nel suo volume la cita come "quadro dipinto da Gian Battista Ronchelli, esistente nella chiesa dello spedale", l'opera qui presa in esame rientra tra le quattro più antiche, di soggetto sacro, menzionate dalle fonti, all'interno del patrimonio dell'ente ospedaliero.
L'elenco dei dipinti appartenenti alla chiesa di San Giovanni, all'inizio del XX secolo, si trova in Borri : l'Assunzione della Madonna (riferita al Magatti), la Flagellazione di Cristo (di scuola lombarda, ma per la quale in tempi recenti è stata avanzata di avvicinamento alla produzione di Riccardo Taurini ), San Carlo visita gli appestati (segnalato nel Borri con la vecchia attribuzione a "uno de' fratelli Procaccini" e attribuita pochi anni orsono a Francesco Innocenzo Torriani ) e la Deposizione di Cristo, tutti dipinti che vantano una considerazione storiografica decisamente modesta.
Giunta sino a noi in mediocri condizioni conservative, l'opera risulta guasta soprattutto nella porzione corrispondente al corpo del Cristo deposto, e, in misura maggiore, nello sfondo dove una densa patina oscurante oblitera i volti degli angeli dolenti e della Vergine.
Evidenti riferimenti alla produzione del pittore nativo di Castello Cabiaglio si riconoscono nell'opera qui presa in esame, soprattutto se si confronta il dipinto dell'Ospedale varesino con il Compianto su Cristo deposto dalla croce recentemente riferito al Ronchelli e ancora conservato presso la chiesa parrocchiale di Castello Cabiaglio .
Innegabili sono pure i riferimenti tanto al classicismo carraccesco (non va dimenticato, il discepolato romano del Ronchelli durato dal 1733 al 1738) quanto alla produzione dei lombardi della generazione precedente. A tal proposito si confronti il Cristo morto sorretto dalle quattro Marie, eseguito da Ercole Procaccini nel 1650 per l'antico altare dell'oratorio del Luogo pio delle Quattro Marie, sito in corrispondenza dell'attuale via Pattari a Milano . Come in questo dipinto, anche nella tela varesina la composizione trattenuta e severa, predilige un registro cromatico piuttosto cupo in ossequio alla produzione del Cerano e di Giulio Cesare Procaccini.
Per tentare di riallacciare l'opera ad un quadro storiografico generale, può forse essere d'aiuto il riferimento all'ampio profilo biografico stilato da Simonetta Coppa riguardante Giovanni Battista Ronchelli (1715-1788). Secondo la studiosa, l'autore rientra nel territorio varesino - sua terra d'origine - dopo aver effettuato un viaggio di studio a Roma, e diviene collaboratore di Antonio Magatti. Nel corso del settimo decennio del secolo a causa del rallentamento di attività del Magatti, per motivi di salute, si afferma come artista principale dell'area intorno a Varese, ma viene ricercato anche nella zona di Bellinzona e di Casale Monferrato. Negli ultimi anni della sua carriera si allontana progressivamente dalla poetica barocchetta, avvicinandosi al nascente clima neoclassico.
Tuttavia, allo stato attuale degli studi, una conferma attributiva risulta del tutto prematura, tenendo anche in conto il silenzio della critica e la mancanza di documentazione riguardante la "vivace e malnota bottega" del Ronchelli.
Collocazione
Provincia di Varese
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. dei Sette Laghi
Credits
Compilazione: Squizzato, Alessandra (2009)
Aggiornamento: Castaldo, Clara (2010)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/t6050-00007/
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