Ritratto del cavaliere Giuseppe Baratelli
Colombo, Giuseppe
Descrizione
Autore: Colombo, Giuseppe (notizie sec. XIX ultimo quarto - sec. XX secondo quarto)
Cronologia: post 1900 - ante 1925
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 53 cm x 64 cm
Notizie storico-critiche: Convincente nella restituzione delle qualità fisionomiche dell'effigiato, il dipinto in esame è caratterizzato da delicate sfumature cromatiche, da un'interpretazione pittorica non banale e da una riuscita resa atmosferica che conferisce all'immagine un tono aulico e realistico insieme.
Il ritratto di Giuseppe Baratelli, tra i più noti varesini benemeriti, è l'opera più matura di Giuseppe Colombo, artista ancora poco noto ma presente con altri due dipinti nella raccolta del nosocomio cittadino. Dell'autore, per il quale una futura e più approfondita ricerca riporterà alla luce maggiori e più precisi dettagli, vengono proposte in questa sede le coordinate biografiche e l'ambito artistico nel quale presumibilmente operò, destreggiandosi tra soggetti storici, di genere e - soprattutto - ritratti. Sappiamo dal Borri che il Colombo era originario di Canzo e fu domiciliato a Varese, in Viale Aguggiari n. 9 . Un ritratto da lui firmato, inoltre, perpetua la memoria di Francesco Daverio, noto garibaldino di Varese .
Tornando al nostro dipinto, conviene sottolineare che l'autore scelse di ritrarre il generoso filantropo varesino fino all'altezza del busto, adottando uno schema compositivo più asciutto e ammorbidito rispetto agli altri suoi due dipinti presenti all'Ospedale di Varese, insistendo nella precisione del disegno e nella stesura del colore dell'incarnato.
Il dipinto, conservato in buono stato, non risulta immune dall'esempio di Mauro Conconi (Milano 1815 - 1860) attivo nell'ambito della ritrattistica e legato alla più prestigiosa committenza lombarda.
Torna utile, a tal proposito, il riferimento al Ritratto di Giovanni Battista Puricelli Guerra firmato dal Conconi. Pur senza eguagliarne la scioltezza di conduzione e il convincente naturalismo, la tela del Colombo pare richiamarne, nello studiato chiaroscuro che informa, grazie ad una luce soffusa, il volto del cavalier Baratelli, il calibrato accademismo.
Un'effigie a figura intera, firmata da Guido Bertini e conservata presso i Musei Civici di Varese, ripropone i medesimi tratti fisionomici del Baratelli, morto il 24 dicembre 1924 e sepolto presso il cimitero di Giubiano, in Varese .
Possidente di una villa in via Cavour a Varese, è ricordato principalmente per aver istituito la biblioteca civica di Varese, dotandola di numerose opere librarie.
A ventiquattro anni, dopo la morte dei genitori, lasciò la sua città per cercar fortuna in America e sbarcò in Argentina, per entrare in un laboratorio litografico, settore che a quel tempo andava rapidamente sviluppandosi. Dopo undici anni di permanenza nel Nuovo Continente, tornò nel 1894 a Varese al cui comune donò la sua cospicua raccolta di libri, aggiungendovi centomila lire a titolo di donazione per l'istituenda biblioteca civica. Con testamento olografo sottoscritto il 26 gennaio 1923 nominava l'Ospedale Civico di Varese erede universale del suo cospicuo patrimonio destinandone i redditi all'assistenza dei tubercolotici e all'assistenza dei cronici poveri della città di Varese .
Collocazione
Provincia di Varese
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. dei Sette Laghi
Credits
Compilazione: Castaldo, Clara (2009)
Aggiornamento: Castaldo, Clara (2010)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/t6060-00025/
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