Ritratto del curato Giuseppe Candiani
Molteni, Giuseppe
Descrizione
Autore: Molteni, Giuseppe (1800-1867)
Cronologia: ca. 1832
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 70 cm x 87 cm
Notizie storico-critiche: Il dipinto, che è molto ben conservato anche per il recente restauro di Isabella Pirola (Segramora Rivolta 2004, p.245), raffigura il sacerdote Giuseppe Candiani (Busto Arsizio, 1750-1831) curato della Basilica di San Giovanni Battista. Nipote di Biagio Bellotti, che "lo istruì nella pittura e gli garantì la successione nel suo canonicato ottenendo dalla Santa Sede la dispensa per poterglielo rinunziare" (Palmisano 2002, p. 76) e fratello di Leopoldo Candiani anch'egli canonico di San Giovanni Battista (che alla morte nel 1819 lasciò una ricca donazione per la creazione dell'ospedale), beneficiò la Congregazione di Carità della somma ragguardevole di "lire milanesi 24.000 e di altre sostanze del valore netto di altre lire 71.039" (Candiani 1923, p. 26), che servì per la costruzione dell'Ospedale. Una lapide murata sulla controfacciata di San Giuseppe (chiesa un tempo dell'ospedale di Busto) ricorda la donazione: "eretionem nosocomii / primus curavit vivus / atque universi patrimonii istituit (Pacciarotti 2002, p. 50). Come già accennato, per motivi ereditari come emerge dalla lettura del testamento del Bellotti del 1775, tra i lasciti del Candiani è compresa anche l'eredità dello zio.
Il ritratto fu commissionato al pittore Giuseppe Molteni dalla Congregazione di Carità, come ricordo e ringraziamento del canonico per il ricco lascito (Rebora, Regesto in Giuseppe Molteni... 2000, p. 230).
Fu presentato all'Esposizione di Brera del 1832 come Ritratto di curato (Rebora, Regesto in Giuseppe Molteni... 2000, p. 230; Pacciarotti 2002, p. 40 e p. 50; Segramora Rivolta 2004, p. 145; Pacciarotti 2007, p. 15). Per lungo tempo dimenticato, è stato riscoperto dalla critica solo recentemente: alla mostra, tenutasi nel 2002 a Busto Arsizio, è stato riconosciuto come ritratto del curato Giuseppe Candiani, come attesta anche la targhetta posta sulla cornice (Pacciarotti 2002, p. 40 e p. 50).
L' opera si inserisce nel periodo più fecondo del Molteni come pittore di ritratti. La figura del Candiani emerge dalla sfondo scuro della tela grazie a "tocchi grossi e salienti, ne' quali la luce rifrangesi a produrre il magico effetto di questi quadri" (Ambrosoli 1832, 469-470), per i quali il pittore veniva anche rimproverato. Candiani che indossa, al di sopra della veste talare di colore nero, la cotta finemente ricamata e porta sul braccio sinistro una stola di visone, è intento alla lettura del breviario. Molteni risulta un maestro nel ritratto ambientato o istoriato: mette in posa i personaggi, li ritrae nei minimi particolari cercando anche di migliorarne l'aspetto, indugia sui dettagli dell'abbigliamento. L'imitazione precisa delle vesti e degli accessori è un tratto tipico del Molteni: con questo espediente cerca di rendere il reale in modo splendido e artificioso. La sua pittura è intrisa di colpi di luce: i colori sono smaltati, luminosi e i contrasti fra le tonalità chiare e i toni scuri conferiscono volume alla figura.
Collocazione
Provincia di Varese
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. della Valle Olona
Credits
Compilazione: Pirota, Sara (2009)
Aggiornamento: Pirota, Sara (2010)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/t6090-00011/
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