Cristo redentore benedicente

ambito mantovano

Cristo redentore benedicente

Descrizione

Ambito culturale: ambito mantovano

Cronologia: post 1470 - ante 1499

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a tempera

Misure: 66 cm x 134 cm (intero)

Notizie storico-critiche: Il dipinto in esame, connotato da forti accenti mantegneschi, è citato nell'Ospedale di Mantova per la prima volta nel 1889 dal Davari che lo assegna ai primi del sec. XVI. Nel 1935 è segnalato sia da Matthiae (1935, p. 57) sia dalla scheda inventariale della Soprintendenza (allora denominata Soprintendenza di Verona, Brescia e Mantova) nella Sala della Presidenza del Consiglio Ospedaliero con provenienza ipotetica dal soppresso convento di Sant'Orsola e nella medesima collocazione è ancora citato nell'Inventario del 1942. Nel 1961 è trasferito in Palazzo Ducale, per la mostra su Andrea Mantegna, ed è attribuito ad Antonio da Pavia dal Paccagnini (1961, p. 132) con una datazione tra fine Quattrocento e inizio Cinquecento (attribuzione ripresa da Perina, 1961, p. 336); nello stesso anno è concesso in deposito a Palazzo Ducale (L'Occaso, 2002, p. 34) ). Nel 2002 L'Occaso sottopone il dipinto ad una verifica stilistica e, non escludendo che possa essere uno stendardo processionale, vi riscontra alcune "delicatezze" che non sono in accordo con i modi di Antonio da Pavia, inoltre sottolinea il panneggio dalle pieghe"dure quasi metalliche" che suggerirebbe un ambito piuttosto veronese o padovano. Nella medesima scheda lo studioso propone una datazione alla seconda metà del secolo XV e ricostruisce l'ambito di committenza in cui il Cristo Risorto potrebbe essere stato eseguito: il complesso dell'antico Ospedale di San Leonardo, nucleo originario dell'Ospedale Civile di Mantova che fu trasferito nel 1811 nel complesso del convento di Sant'Orsola, dove l'istituzione acquisì i dipinti ivi conservati e dove rimase fino alla costruzione del Nuovo Ospedale Carlo Poma. Il significato salvifico dell'iconografia e il testo dell'iscrizione suggerirebbero, verosimilmente, una destinazione legata alle opere assistenziali. Nel 2010 L'Occaso si occupa nuovamente del dipinto e, riesaminando i contributi bibliografici precedenti, lo ritiene "opera apparentemente isolata nell'ambito di Andrea Mantegna". Infatti non giudica soddisfacente nè la proposta di Piva (1988, p. 32) di collegare il dipinto con la Resurrezione di San Benedetto in Polirone (assegnata al primo Quattrocento), nè la proposta di Conti (1990, p. 45), che lo collega alla tela della Deposizione in Sant'Andrea attribuita a Francesco Mantegna, ma non condivide neppure l'ipotesi di Lucco (2006, p. 136) che, nel catalogo della mostra del 2006 dedicata a Mantegna a Mantova dove è esposto il dipinto, lo ritiene coerente ad un gruppo di opere tra le quali il San Bonaventura di Santa Maria degli Angeli con una datazione alla fine del secolo XV (posizione che peraltro è rifiutata anche da Francucci nel 2007). L'Occaso, quindi, preferisce mantenere la medesima datazione avanzata nel 2002, anche in considerazione dei "caratteri formali" dell'opera e della "grafia gotica" dell'iscrizione. D'altra parte il Cristo redentore in esame potrebbe essere avvicinato non solo per l'iconografia ma anche la particolare definizione anatomica ed il panneggio a due opere destinate certamente all'ambiente mantovano: un'incisione ed un disegno che raffigurano entrambi Cristo risorto tra Sant'Andrea e Longino e che sono databili tra il 1470 e il 1475 (pubblicate nel catalogo di Mantegna del 2008, a cura di G. Agosti, a p. 134 n. 94: l'incisione è datata 1473 e il disegno è datato tra il 1470 e il 1475).

Collocazione

Provincia di Mantova

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Mantova

Credits

Compilazione: Arisi Rota, Anna Paola (2010)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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