Paliotto
manifattura mantovana
Descrizione
Ambito culturale: manifattura mantovana
Cronologia: post 1600 - ante 1624
Tipologia: arredi liturgici e suppellettile ecclesiastica
Materia e tecnica: seta / ricamo in seta, ricamo in argento, doratura
Misure: 270 cm x 100 cm (intero)
Descrizione: su raso cremisi sottili ramages in filo d'argento dorato, che formano intrecci di volute e arabeschi, si dipartono da un motivo ripetuto di coppie di volute affrontate allineate in verticale che scandisce il paliotto in quattro porzioni. Nelle porzioni laterali i ramages incorniciano gli stemmi di Margherita Gonzaga, mentre al centro si intrecciano formando due motivi ad ali di farfalla. Sui ramages si dispongono gigli, margherite gialline, fiordalisi, tulipani azzurri, fiori a quattro petali e foglie verdi.
Notizie storico-critiche: Il paliotto in esame è la prima opera di proprietà dell'Ospedale di Mantova che, nel 1932, viene data in deposito a Palazzo Ducale (cfr. Inventario 1991) e con tale indicazione è pubblicato da L'Occaso che riconduce l'opera alla figura di Margherita Gonzaga d'Este (L'Occaso, 2002, p. 25 e L'Occaso, 2010, p. 3). Infatti lo stemma ricamato, su imbottitura, ai lati del paliotto risulta composto dallo stemma dei Gonzaga (a destra) e da quello degli Este (a sinistra) e, pertanto, appartiene a Margherita Gonzaga, vedova nel 1597 di Alfonso d'Este, che nello stesso anno ritornò a Mantova dove nel 1603 fondò il convento di Sant'Orsola. Margherita affidò all'architetto di corte Antonio Maria Viani la realizzazione sia del convento sia dell'annessa chiesa ed arricchì entrambi di dipinti di Viani, annibale Carracci, Parmigianino, Francesco Francia e Domenico Fetti. Morì nel 1618 nel convento di Sant'Orsola, divenuto il luogo di riferimento per l'educazione delle principessine Gonzaga e per le altre nobili fanciulle. Inoltre nel paliotto, sotto agli stemmi citati (per la completa descrizione di essi si può far riferimento a Castagna, 1992, p. 53) sono presenti due imprese con la fiamma ardente che Margherita adottò quando sposò Alfonso II d'Este. Il paliotto si distingue per la preziosità del colore di fondo (cremisi) e dei filati (oro, argento e seta), per la varietà dei punti impiegati (punto seta, punto stuoia, punto imbottito), per l'impiego di borchiette e per l'eleganza del disegno dove compaiono fiori dal significato allusivo (margherite che rimandano alla nobildonna e i gigli che ricordano gli Este) o semplicemente alla moda come i tulipani, che furono introdotti in Europa negli anni Settanta del secolo XVI e si affermarono nella decorazione dei tessuti tanto che negli anni Trenta del secolo XVII si coniò il termine "tulipomania". Particolarmente originale è il motivo a farfalla formato dall'intreccio delle volute che scandisce il paliotto in quattro parti. Pertanto l'opera in esame deve essere assegnata ad una manifattura locale di buon livello, forse le suore del convento di Sant'Orsola aggiornate sulle tendenze della moda europea. Infine dal momento che il paliotto non è un unico pezzo di tessuto ma è composto da cinque parti di dimensioni differenti, si può ipotizzare che sia stato confezionato impiegando le vesti ricamate di Margherita probabilmente donate dalla stessa come voto (una ricostruzione potrebbe essere: i due pezzi più grandi dalla gonna, un pezzo dal corpetto e i due pezzi lunghe dalle maniche). La riconfezione del tessuto, comunque, sembrerebbe pertinente al secolo XVII in quanto la gallonatura in seta broccata sembra originale. Tuttavia lo stato di conservazione è stato compromesso dall'applicazione di graffette metalliche per assicurare il tessuto di fondo al telaio di legno.
Collocazione
Provincia di Mantova
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Mantova
Credits
Compilazione: Arisi Rota, Anna Paola (2010)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/t6140-00219/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).