Santa Lucia
bottega di Jacopino da Tradate
Descrizione
Ambito culturale: bottega di Jacopino da Tradate
Cronologia: post 1400 - ante 1420
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: marmo / scultura
Misure: 17 cm x 12 cm x 47 cm
Descrizione: Donna velata, i lineamenti sono stilizzati, gli occhi incisi senza le iridi, il naso sottile, la bocca leggermente all'ingiù. Il capo è leggermente ruotato verso dx rispetto al corpo. Nella mano dx sostiene una scatolina, reliquiario?, con appoggiati due occhi, nella sx un libro chiuso. La veste lunga, arriva fino ai piedi e lascia intravedere la punta del piede sx, che indossa una scarpa chiusa.
Sul retro: la statua dalle spalle alla base non ha alcuna definizione formale, ma è quasi piatta e la superficie presenta i segni della sbozzatura.
Notizie storico-critiche: A causa della scarsità di documentazione e della quantità di scalpellini che lavoravano in quegli anni presso il cantiere, risulta pressoché impossibile attribuire l'opera al nome di un maestro.
La statuetta, tolta dal pilone 88 in occasione della mostra tenutasi a Palazzo Reale nel 1958, è trattata nei cataloghi dal Russoli come opera di Jacopino da Tradate insieme ad altre due sante la cin 97 e la cin 98.
Il Mele negli anni '60 mantiene l'attribuzione del Russoli. E' la Bossaglia nel 1978 ad attribuirla con prudenza all'ambito francese, facendola rientrare nel gruppo di opere attribuite al Maestro delle statuette H al quale ascrive anche la n. cin 65-66-67-68 e in particolare la cin. 69. Attraverso i confronti stilistici si denota che la statuetta, propende verso la maniera Jacopinesca. E' da distaccare rispetto al gruppo delle statuette che la Bossaglia asserisce essere di un'unica bottega in quanto differisce nella resa dell'espressione dei lineamenti del volto e nella resa del panneggio, meno stilizzato.
Più si avvicina, come già notato dal Russoli alla serie di statuette di sante che la Bossoglia attribuisce al Maestro delle statuette L.
Difficile asserire con certezza se sia opera di Jacopino o della sua vasta cerchia, appare più plausibile che sia un lavoro di bottega straniera.
Iconograficamente è sempre stata considerata una Santa con pisside e libro, se si osserva da vicino la cosidetta pisside si nota che sopra questa scatoletta sono appoggiati due occhi. L'attributo secondario del libro è meno frequento rispetto alla lampada o alla palma del martirio.
Collocazione
Milano (MI), Veneranda Fabbrica del Duomo. Museo del Duomo
Credits
Compilazione: Anselmi, Camilla (2010)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/w1020-00058/
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