San Sebastiano
Benzoni, Martino
Descrizione
Autore: Benzoni, Martino (1425 ante-1498/1500 ca.), scultore
Cronologia: post 1400 - ante 1450
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: marmo / scultura
Misure: 43 cm x 41 cm x 176 cm
Descrizione: La statua presenta le caratteristiche agiografiche di S. Sebastiano. L'uomo dall'accentuato pathos fisiognomico è legato ad un tronco d'albero con le mani dietro la schiena. Di particolare rilevanza lo studio anatomico, incerto, del nudo seppur reso con dovizia di particolari nella muscolatura segnata e nel contempo emaciata. Il viso è incorniciato da una pettinatura tipicamente quattrocentesca, con alcun dettagli del volto realizzati con attenzione naturalistica, pur nell'accentuata incisione dei tratti.
Di fattura sottile e delicata, aderente al corpo e il perizoma del santo che risulta increspato da sottili plissettature.
Sul retro: l'opera si presenta finita.
Notizie storico-critiche: L'esame della statua di S. Sebastiano del Museo del Duomo ha preso avvio dal documento gentilmente segnalatomi da Ulderico Del Piazzi, datato 1482, nel quale si menziona il pagamento ad una fabbro per l'esecuzione di 15 frecce da apporre alla statua di s. Sebastiano . Il numero dei fori presenti sulla statua mi ha portato a credere che il documento in questione potesse effettivamente essere ricondotto alla statua in esame. Restava da verificare quali fossero le personalità del cantiere tanto in vista da realizzare una statua di grandi dimensioni di un santo tanto importante. Sfogliando, in un primo tentativo, gli Annali negli anni immediatamente precedenti alla data di pagamento del fabbro, ci si rende conto di come il Benzoni fosse l'uomo di punta del momento, insieme all'Amadeo, dei lavori di statuaria del Duomo, con la precisazione che mentre lo scultore pavese era impegnato quasi esclusivamente nella realizzazione dell'altare di S. Giuseppe, di commissione ducale, al Benzoni sono pagate diverse "figure". Il nome di Martino come esecutore del S. Sebastiano è confortato poi dal confronto con la produzione di questo scultore. Come primo riferimento cito l'Imago pietatis di Baltimora, che presenta dettagli anatomici accostabili al nostro martire, nella resa così disegnata, ed emaciata, pur nella definizione di muscoli e tensione del corpo. Analogo raffronto possiamo farlo con il San Bartolomeo del tiburio del Duomo anch'esso, come il precedente databile alla fine degli anni sessanta, in cui la resa fisiognomica si avvicina molto, seppur nella diversa tipologia rappresentata, al martire. All'analisi precedente possiamo aggiungere l'osservazione dei particolari di mani e piedi resi con la medesima sensibilità: le giunture nodose e la carne incisa tanto sono calcate le pieghe. Un ultimo valido confronto è con la statuetta di S. Agata nella chiesa omonima a Basiglio. Cronologicamente vicina alle prime due, la statuetta presenta nel volto giovane della Santa la stessa tipologia di volto e rivela nel panneggio increspato e sottile quella stessa vicinanza con l'ambiente amadeiano che Edoardo Arslan ravvisava nel S. Sebastiano. I documenti dell'ottavo e nono decennio del Quattrocento sono privi dell'indicazioni dei soggetti delle statue commissionate, è quindi impossibile risalire alla data di esecuzione della statua, ma si ritiene che non debba precedere troppo il pagamento del fabbro per le frecce, e che sia quindi posteriore alle statue presentate per il confronto, come evidente anche dall'osservazione del S. Sebastiano.
Nella nostra statua sembra di ravvisare, oltre ad una maggiore qualità nella produzione del maestro, anche una parziale adesione alla maniera amadeiana che non nega riferimenti a Piatti e ai Mantegazza, reinterpretata con accentuato grafismo e pesantezza delle forme che, pur mantenendo la nervosità del modellato, non ne colgono fino in fondo la levità.
Collocazione
Milano (MI), Veneranda Fabbrica del Duomo. Museo del Duomo
Credits
Compilazione: Anselmi, Camilla (2010)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/w1020-00101/
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