Protiro dei Leoni Rossi
Giovanni da Campione (e aiuti)
Descrizione
Autore: Giovanni da Campione (e aiuti) (notizie 1348-1367)
Cronologia: ca. 1350 - ca. 1360
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: marmo rosso di Verona / scultura; marmo bianco di Musso / scultura; marmo bardiglio / scultura; marmo bianco di Candoglia / scultura; marmo nero della Val Seriana / scultura
Descrizione: Protiro a tre ordini in marmo bianco di Musso, Bardiglio di Musso, bianco rosato di Candoglia, rosso di Verona, nero della Val Seriana. Primo ordine: portico ad ampio arco ornato da fregio scolpito poggiante anteriormente su leoni stilofori in marmo rosso di Verona e posteriormente su mensoloni in marmo rosa di Candoglia, sorretti da pilastrini addossati alla parete. Secondo ordine: loggia in marmo bianco di Musso a tre aperture anteriori a due laterali, spartite da quattro colonne lisce e due colonne tortili in marmo rosso di Verona; negli spazi aperti, statue in marmo bianco di Musso (al centro: S. Alessandro a cavallo; a sinistra: S. Barnaba; a destra: S. Vincenzo) Terzo ordine: loggetta in marmo bianco di Musso; nell'apertura anteriore, in marmo bianco di Musso, statue raffiguranti la Madonna con il Bambino (al centro), Santa Esteria (a sinistra) e Santa Grata (a destra).
Notizie storico-critiche: Il protiro settentrionale della Basilica di Santa Maria Maggiore, chiamato convenzionalmente "dei Leoni Rossi", è una delle opere più celebri di Giovanni da Campione, che lo realizzò, con l'aiuto della sua bottega, intorno agli anni '50-'60 del XIV secolo: una epigrafe, posta sulla mensola sinistra, riporta la firma di Giovanni, che si definisce orgogliosamente "civis Pergami", e la data 1351; una seconda epigrafe, posta sul basamento della statua di Sant'Alessandro a cavallo, nella loggia del secondo ordine, reca il nome di Giovanni e la data 1353, che è stata talvolta interpretata come l'anno di chiusura dei lavori; ma indagini recenti tendono ad escludere questa ipotesi, prima di tutto per l'ottimo motivo che un riferimento cronologico di quella importanza non sarebbe mai stato collocato in una posizione così poco visibile; l'anno 1353, quindi, deve essere considerato solo in relazione alla bella statua equestre (Lomartire, 2009, pp. 64-65).
Verso il 1350, probabilmente, maturò la necessità di dare alla fronte settentrionale del transetto della Basilica l'aspetto di una vera e propria facciata: si spiega così la scelta di costruire una struttura monumentale, sontuosa già nei materiali riccamente policromi e ornata di un esuberante apparato decorativo, e di affidare l'impresa a Giovanni da Campione, maestro ben noto ai committenti per aver condotto, qualche anno prima, il cantiere del Battistero. La critica recente, sulla scorta di una intuizione che fu già di Baroni, assegna a Giovanni da Campione un ruolo essenzialmente di progettista e di supervisore dei lavori, più che di esecutore diretto di opere scultoree, con l'eccezione, forse, oltre che del Sant'Alessandro a cavallo, delle statue poste nelle logge superiori, in gran parte riferibili alla sua stretta cerchia; solo la figura di San Proiettizio (o San Vincenzo) mostra caratteri stilistici diversi, tanto che Baroni la considerò "la restituzione tardogtica di altro esemplare pertinente al ciclo" (Baroni, 1944, p. 48; Lomartire, p. 64 e p. 70). Per il protiro bergamasco, Giovanni guarda ai modelli della tradizione romanica di area lombarda e veneta e in particolare, come è stato spesso sottolineato, all'esempio del Duomo di Verona, per l'dentica scena di caccia che orna la ghiera del protiro, o per il tipo dei leoni stilofori (Lomartire, pp. 64-65): e tuttavia, questi modelli non sono esclusivi, a dimostrazione della vasta cultura del maestro campionese; per la struttura sovrapposta al fornice del primo piano, composta dalla loggia mediana e dall'edicola superiore, Giovanni pensò forse alla parte sopraelevata del protiro del Duomo di Ferrara, oppure all'altro esempio, duecentesco, del Duomo di Cremona (Lomartire. pp. 69-70). Si sono sollevati dubbi, talvolta, sull'aderenza di questa struttura a tre ordini al progetto originale di Giovanni: e si è pensato ad un possibile intervento successivo di Andreolo de' Bianchi e della sua équipe di muratori e scalpellini, a cui sono attestati pagamenti per lavori di riparazione tra il 1396 e il 1398; ma la perfetta coerenza stilistica e di materiali tra il piano inferiore e le logge superiori, e lo stretto nesso che lega quelle strutture alle statue, quasi tutte, come già ricordato, da assegnare a Giovanni o alla sua cerchia, fanno pensare che l'architetto avesse già previsto nei dettagli la costruzione delle parti sopraelevate (Lomartire, cit.).
E' possibile invece che, alla fine del XIV secolo, siano stati sostituiti gli architravi con i rilievi, entro riquadri modanati, dei dodici Apostoli (sui fianchi) e della Madonna Annunciata e dell'angelo (sulle parti frontali): forse i pezzi erano stati danneggiati dal fulmine del 1382, o dal forte vento del 1389, come narrano le cronache; o forse altri furono i motivi; la sola certezza è che i due pezzi mostrano, come la statua di San Barnaba della loggia mediana, caratteri di stile assai diversi da quelli usati d'abitudine da Giovanni e dalla sua bottega. Il nome dell'autore degli interventi di riparazione del 1396-1398, Andreolo de' Bianchi, talvolta avanzato per questi rilievi, è plausibile (Lomartire, p. 68); ma è difficile averne certezza, in assenza di sue opere sicure; la sola documentata è, infatti, la ricca croce processionale d'argento dorato, eseguita nel 1392, e rubata diversi anni fa dal Tesoro della Basilica.
Il protiro è stato sottoposto ad un complesso intervento di restauro tra il 1997 e il 1998 (si veda la relazione tecnica preliminare in data 30 luglio 1996, pratica 4816, cart. 75, Archivio della Congregazione della Misericordia Maggiore, Bergamo).
Collocazione
Bergamo (BG), Basilica di S. Maria Maggiore
Credits
Compilazione: Civai, Alessandra (2010); Monaco, Tiziana (2010)
Aggiornamento: Civai, Alessandra (2014); Fracassetti, Lisa (2014)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/w6010-00001/
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