Monumento funebre

Ugo da Campione (attribuito)

Monumento funebre

Descrizione

Denominazione: Monumento funebre del cardinale Longo degli Alessandri

Autore: Ugo da Campione (attribuito) (notizie sec. XIV prima metà)

Cronologia: post 1319 - ca. 1330post 1805 - ante 1839

Tipologia: arredi liturgici e suppellettile ecclesiastica

Materia e tecnica: marmo bianco / intaglio, pittura, scultura

Descrizione: Monumento funebre in marmo bianco: struttura ad arco acuto, con volta a botte, retta da due colonne con capitelli a foglie d'acanto sostenute da telamoni poggianti su alti plinti di fattura moderna; pulvino a sinistra scolpito con una testa circondata da motivi decorativi vegetali, che si ripetono soli sul pulvino di destra; protomi leonine all'imposta dell'arco, a destra e a sinistra; all'interno è il sarcofago, sostenuto da figure di leoni poggiati su plinti e sormontato dalla figura del defunto giacente, circondato da due angeli e da due figure di diaconi.

Notizie storico-critiche: Il monumento, che rende omaggio alla figura del cardinale Guglielmo Longhi (Longo degli Alessandri), morto ad Avignone nel 1319, è tradizionalmente attribuito ad Ugo da Campione, a cui l'avrebbe commssionato, poco prima di morire, il cardinale stesso, che l'aveva destinato alla cappella di San Nicolò posta nella chiesa del convento di San Francesco, a Bergamo. L'opera ha una storia tormentata: nel 1805, soppresso il convento di san Francesco, il monumento fu smembrato e così rimase fino al 1839, quando si decise di ricomporlo e di collocarlo nella Basilica di Santa Maria Maggiore (Baroni, 1944, p. 56, nota 17, e pp. 36-38). Molte furono le modifiche apportate durante le operazioni di ricostruzione: andò perduto per sempre l'affresco di fondo, con le figure di chierici che assistevano alle esequie del cardinale, sovrastati dalla figure della Vergine con il Bambino; furono aggiunti gli alti plinti posti sotto i leoni che sorreggono il sarcofago e una operazione identica fu fatta per i telamoni; furono probabilmente spostate le protomi leonine, e rifatti gli abachi dei capitelli; furono, infine, ricostruiti i pulvini, usando gli elementi decorativi originali (Baroni, cit. Lomartire, 2009, pp. 58-60).
La letteratura critica ha spesso messo in discussione la tradizionale attribuzione ad Ugo da Campione, di cui non abbiamo, in effetti, opere sicure: e sono poche anche le testimonianze certe della sua esistenza, che si riducono in sostanza alla menzione che ne fa il figlio Giovanni nelle due epigrafi poste nei protiri della Basilica e a un documento del 1348, ritrovato recentemente a Bellano (Lomartire, cit, p. 57). Baroni (1944, cit) e altri studiosi hanno preferito, correttamente, appuntare l'attenzione sulle caratteristiche di stile del monumento Longhi, piuttosto che perdersi in una sterile disputa sul nome da attribuire al suo autore: che è certamente, secondo Baroni e la critica più recente (Lomartire, cit), molto vicino ad uno dei due maestri principali che realizzarono le nove sculture della Loggia degli Osii, a cui l'avvicinano l'identico tono di gravitas solenne e i modi ancora assai legati alla tradizione tardoromanica.
Il monumento ha subito nel 2000 un intervento di pulitura (pratica 324, cart. 82, Archivio Congregazione Misericordia Maggiore, Bergamo).

Collocazione

Bergamo (BG), Basilica di S. Maria Maggiore

Credits

Compilazione: Civai, Alessandra (2010); Monaco, Tiziana (2010)

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