Il Concerto degli angeli
Ferrari, Gaudenzio
Descrizione
Identificazione: Concerto d'angeli
Autore: Ferrari, Gaudenzio (1475-1546 (?)), esecutore
Cronologia: post 1535
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: intonaco / pittura a fresco; intonaco / doratura a pastiglia; intonaco / foglia d'oro
Misure: 94.11 m² (intero)
Descrizione: Il concerto paradisiaco si propaga in cerchi concentrici a partire dalla statua centrale del Dio Padre di Andrea da Milano, che si affaccia da una raggiera dorata aprendo le braccia ed è incorniciato dalla corona gaudenziana di putti in atteggiamenti di preghiera e devozione. I successivi cori angelici, costituiti da gruppi di figure o da personaggi isolati, si dispongono armonicamente seguendo la loro musica e il canto di lode alla Vergine, come testimoniano le iscrizioni sui cartigli: la maggior parte degli angeli cantori ha la labbra posizionate come se stessero pronunciando il nome di Maria; gli angeli suonatori presentano una varietà di 56 strumenti a fiato, a corde e a percussioni, alcuni di questi inventati dall'artista. Le sottostanti lunette raccordano la cupola al suo tamburo che ospita all'interno delle nicchie le 22 statue di Profeti e Sibille di Giulio Oggioni e in posizione centrale la statua dell'Assunta di Andrea da Milano. Nei tondi dei pennacchi e delle semilunette degli arconi storie della Genesi ad opera di Bernardino Lanino.
Notizie storico-critiche: La chiamata di Ferrari in Santuario conferma la volontà di mettere in atto un progetto decorativo caratterizzato dalla commistione di pittura a fresco e scultura, già proposto da Andrea da Milano, con l'intento di sviluppare in senso teatrale la decorazione a graffiti e sinopie di putti, avviata dal Luini poco prima della sua morte (1532) e riscoperta grazie ai restauri del 1953-54. L'efficace realizzazione al Sacro Monte di Varallo (dal 1507) di una fusione simile avrebbe suscitato nel fedele un coinvolgimento diretto alla rappresentazione sacra, come perseguito dalla spiritualità dei Francescani che officiavano in chiesa.
Il disegno presentato da Ferrari ai fabbriceri e citato nel successivo contratto del 28 settembre 1534, potrebbe essere quello dell''Assunzione della Vergine tra angeli musicanti dell'Ambrosiana di Milano (Biblioteca Ambrosiana F 254 Inf., n.1314), in quanto rappresenta l'Assunta su una nuvola, sostenuta da due putti, nella gloria degli angeli suonatori, suddivisi in tre schiere. Anche se nella realizzazione saronnese la statua della Vergine è posta sul tamburo, probabilmente per favorirne una più immediata visione fin dall'ingresso del santuario, all'epoca a pianta centrale.
Un secondo disegno della Graphische Sammlung di Monaco (pubblicato da G. Frizzoni, Le novità della R. Pinacoteca di Monaco in Rassegna d'Arte, nov.1908, p.85) presenta un settore circolare della cupola con gruppi di tre angeli sovrapposti, secondo un possibile andamento a cerchi concentrici e si conclude in alto con la figura di Dio Padre, incorniciato da puttini che rivolgono lo sguardo verso il centro della composizione: vengono suonati strumenti a corde e a fiato, che ricordano alcuni degli strumenti raffigurati nei dipinti gaudenziani. Nessun angelo sembra, però, essere stato il modello per quelli di Saronno, a differenza dello studio particolare conservato agli Uffizi (Gabinetto Disegni e Stampe, n.1738 F) , raffigurante il volto di un angelo con la bocca dischiusa nell'atto di cantare, che possiede alcuni dei tratti fisionomici della cupola saronnese (linea sopraccigliare allungata, il labbro inferiore sporgente, la fossetta del mento).
Il concerto gaudenziano ha, quindi, un grande valore per la ricchezza dell'impianto figurativo e iconografico, l'alto livello qualitativo degli affreschi e un complesso repertorio di strumenti musicali reali, alcuni dei quali erano probabilmente già in disuso negli ambienti colti ma ancora utilizzati durante le feste popolari, come la ghironda o l'accoppiamento di flauto e tamburo; altri, invece, inventati e modificati, per i quali Ferrari non ha un intento didascalico ma si permette una licenza poetica per creare un'armonia di suoni, canti e teatralità liturgica e trasmettere, quindi, messaggi religiosi, morali o sociali, oltre ad avere una chiara valenza estetica.
Durante i restauri del 1953-54, diretti da Mario Rossi, sono state individuate le 79 giornate di lavoro di Gaudenzio, molte delle quali di grandi dimensioni.
Ferrari ha svolto il suo progetto proponendo una ventaglio di effetti nella stesura del colore: dalla pura macchia quasi di sapore impressionistico a uno sfumato che modella le forme, dalle leggere velature dei volti, definiti a tratteggio, alla pennellata densa e corposa dei manti.
La cupola, inoltre, presenta dei colori squillanti, spesso tra loro complementari, in cui spiccano differenti tonalità di bianco per creare un più intensa luminosità.
Infine Gaudenzio applica la foglia d'oro con spessori di cera agli strumenti di ottone, alle aureole, alle bordure e ai ricami delle vesti e dei mantelli; una pratica costante nei suoi affreschi, e decora a pastiglia i tamburi, gli organi e gli antifonari.
Purtroppo le dorature originali già al tempo di Bernardino Lanino sono state sostituite, come risulta dall' acquisto del 1547 di 1900 foglie d'oro "per fornire gli angelli".
Nel momento in cui è stato eseguito il restauro del 1953-54 si è notato che le dorature erano quasi tutte cadute e, perciò, sono state ripristinate.
Collocazione
Saronno (VA), Santuario della Beata Vergine dei Miracoli
Credits
Compilazione: Tasca, Anna (2014)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/w9010-00005/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).