Bellagio, Villa Melzi
Ritornando verso il centro lago, è d’obbligo una sosta a Bellagio dove è possibile vistare il parco di "villa Melzi":/architetture/schede/CO180-00312/, una delle più celebri dimore del lago, progettata dall’architetto Giocondo Albertolli come residenza per Francesco Melzi d’Eril, duca di Lodi e vicepresidente della Prima Repubblica Italiana.
p. Il parco, opera dell’architetto Luigi Canonica e dell’agronomo Luigi Villoresi, già progettisti del parco di Monza, si sviluppa sul declivio collinare che abbraccia la dimora per poi culminare nello straordinario giardino a lago, creato tra la villa e le rive, dove il verde dell’erba senza alcuna barriera frapposta incontra l’azzurro delle acque. Accompagnano il nostro procedere verso la villa alberi secolari, sculture – come il gruppo di Dante e Beatrice del Comolli o l’antica statua egizia della dea Pacht – e architetture, come la "coffee house":/architetture/schede/CO180-00316/ in stile moresco, ma soprattutto un viale alberato di platani, con la potatura ad ombrello tipica dell’epoca napoleonica.
Da questo viale è possibile soffermarsi con lo sguardo sulle macchie cromatiche che compongono l’architettura vegetale del giardino, dai rossi degli aceri giapponesi ai verdi più scuri di canfore e lecci, fino alle variazioni cromatiche delle fioriture primaverili, con rododendri e azalee al foliage del primo autunno del taxodium, del ginkgo e dei linodendri.
Giunti nei pressi della villa si aprono due percorsi di visita, uno conduce sul retro della dimora, verso la collina, percorrendo sentieri tra piante di valore botanico, l’altro passa davanti all’edificio tra le alte balaustre in marmo, i vasi in pietra e la vasca con la statua di Cupido edificata in asse con l’ingresso verso la fine dell’Ottocento: entrambi gli itinerari sono scanditi dalla presenza di limoni e aranci, coltivati secondo una tradizione centenaria, in vaso.
p. La nostra visita non deve trascurare due edifici costruiti in stretto rapporto con il giardino: l’aranciera neoclassica disegnata dall’architetto Albertolli per Francesco Melzi d’Eril, oggi adibita a "museo":/architetture/schede/CO180-00315/, e la "cappella":/architetture/schede/CO180-00314/ di famiglia, ancora opera dell’Albertolli che ospita sculture di Comolli e dipinti di Monticelli e Bossi. Durante tutta la visita al giardino non possono nemmeno essere trascurati i numerosi punti di vista prospettici, scenograficamente creati nel tempo per accrescere l’illusione di sfondi e ampliare gli spazi.
Un’ultima curiosità: se si sceglie di uscire dal cancello del parco verso Loppia e di risalire la strada che si incontra sulla sinistra, dopo qualche passo sarà possibile osservare parte della terra a coltivo dell’antica proprietà Melzi ed una curiosa costruzione composta da resti del Lazzaretto di Milano, celebre per essere stato ambientazione delle grandi descrizioni della peste de _I Promessi Sposi_.
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